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Aggiornato: 2 maggio 2025


Supplicare il governo dei preti per la liberazione dei generosi che languivano in carcere per la stessa causa allora dal regnante e dal Papa millantata, era fiato sprecato, e persuaso di ciò Leonida stava preparando la fuga di quanti amici politici si trovavano nella fortezza. Ora poi, la faccenda si complicava.

Nella scelta che gli si proponeva era implicata l'esistenza di sua sorella come la sua: la quistione morale si complicava di una quistione di vita o di morte. La scelta sarebbe stata libera, se si fosse trattato da lui solo: non l'era più dal momento in cui l'onore, la vita, l'anima, l'avvenire di Bambina vi erano compresi. Gli si domandava, inoltre, un'eccezione unica alla regola, ovvero quell'abbominevole governo gli proibiva di divenire l'esempio solenne di un prete, colpito dal vescovo ed assolto dalla societ

Certo, pei Cristiani del secolo quarto, la quistione si complicava e diventava più grave per la circostanza che i libri che Giuliano voleva togliere loro di mano, erano i soli testi di cui si servisse l’insegnamento. Il mondo antico non conosceva la scienza, nel senso moderno della parola. L’insegnamento, nelle scuole, si riduceva alla retorica, con la quale non si imparava che a diventar oratore, ad adoperare quelle forme letterarie di cui il pensiero, sia politico, sia giuridico, sia religioso doveva vestirsi per essere accolto e compreso. Quest’arte non si acquistava che sugli esempi della letteratura antica, per cui l’impedirne l’uso ai maestri cristiani era propriamente un escluderli, in modo assoluto, dal pubblico insegnamento. E, infatti, dei maestri che avevano grande fama, Proeresio ad Atene e Simpliciano a Roma, non volendo piegarsi a nessun atto di apostasia, avevano dovuto abbandonare del tutto la scuola. Ora è certo che Giuliano doveva esser ben lieto di questa circostanza, che gli dava il mezzo di raggiungere lo scopo d’imbarbarire il Cristianesimo. Era un caso fortunato per lui, e del quale egli aveva il diritto di usare, come di un’arma di buona guerra, che dal principio di probit

Si poteva chiedere a Don Giovanni, se proteggendo la fuga di Garibaldi distruggitore del papato avesse inteso di approvarlo, ma Don Giovanni avrebbe risposto di , e allora il problema si complicava. O Roma gli permetteva questo dissenso, e Garibaldi aveva ragione; o glielo negava e la morte invocata contro di lui, inflitta a Ciceruacchio e a Ugo Bassi, doveva colpire Don Giovanni.

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