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Aggiornato: 26 ottobre 2025


Quelli non badano e continuano la loro strada, non sospettando di aver il cane proprio alle calcagna colla bocca aperta, la lingua fuori, tanto che poco mancò che afferrasse la gamba di Alberto.

Era piccolo, tarchiato, con una grossa testa, un naso rigonfio e rossastro, in mezzo a un faccione, esilarato da un largo e perpetuo sorriso: nella fisonomia aperta si leggeva una grande astuzia, temperata da una sincera bonomia.

Noi divenimmo intanto a pie` del monte; quivi trovammo la roccia si` erta, che 'ndarno vi sarien le gambe pronte. Tra Lerice e Turbia la piu` diserta, la piu` rotta ruina e` una scala, verso di quella, agevole e aperta. <<Or chi sa da qual man la costa cala>>, disse 'l maestro mio fermando 'l passo, <<si` che possa salir chi va sanz'ala?>>.

Il braccio di Luisa era disteso sulla scrivania e la mano sottile aperta sul panno scuro. E pareva così abbandonata, così bianca, che a lui sembrò vedere, veramente, una mano di persona morta. Ma salvo ad averne una infinita compassione, che cosa ci poteva fare, lui? Ambedue soffrivano, e malgrado tutto, l'uno non poteva aiutare l'altro nella propria disgrazia; essa lo amava, egli, aveva di lei una piet

Ma lo scrutò; nel suo volto si leggeva ben altro che la perfidia, o qualsiasi sentimento insidioso. Andate! andate! e richiudeva ermeticamente, dietro al prigioniero, il pertugio. Quasi subito udì un rumore di passi nel corridoio. La prigione fu aperta. Entrò il soprintendente. Gli si leggea nell'aspetto una grande, sincera costernazione. Roberto gli mosse incontro.

Ieri sera verso le otto sono passata. La finestra era aperta, ma tu non c'eri. Nel ritorno mi son messa a sedere sul sedile di pietra, davanti al tuo cancello, pensando: «Forse di a un po' si affaccer

Quella sera, quando venne l'impresario, Anne-Marie non era pronta come di consueto, pallidetta e sognante nel suo vestito di raso celeste. Era nel suo lettino, e dormiva rosea e placida, dopo la lunga giornata passata all'aria aperta. Siamo pronti? disse l'impresario guardandosi intorno. La piccola non può suonare questa sera, disse Nancy. E' stanca.

La scuola comunale era collocata a piccola distanza dalla mia casa. Io l'aveva aperta all'epoca indicata dal regolamento, e mi vi recavo esattamente ogni mattina.

La stanza rimaneva quasi tutta nell'ombra; non un soffio d'aria entrava dalla finestra aperta, il luglio portava queste serate soffocanti. Sull'ampia tavola, coperta da un tappeto verde, stavano mucchi di biancheria, pile cascanti da tutte le parti, per soverchia altezza.

Prese il fiorellino distrattamente, ma, agitandolo sulle coltri, non si accorgeva di sciuparlo. A un tratto, aperta la mano, mormorò, lasciando cadere i frantumi: È polvere!

Parola Del Giorno

quell'apparato

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