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Aggiornato: 26 luglio 2025


Era gioia, era gratitudine, o qual cosa era mai che avea aperta la via a quelle abbondanti lagrime? Troppe eran le cagioni che facean forza all'animo piagato di lei.

E quando vide il signor Direttore sedersi a un tavolino, dove tutti si erano alzati per fargli posto, complimentandolo e festeggiandolo, Pierino rimase in piedi, a bocca aperta, rigirando fra le mani il cappello a cencio alla tirolese, sorridendo e facendo saluti a tutti quei signori, che non lo guardavano nemmeno.

I suoi buoni occhi di cane fedele vagavano con espressione feroce dalla bocca aperta del dormente impresario alla sua bionda barba a punta, e si attardavano lungamente sul suo gilet infiorato, come cercando un posto adatto...

Tutti i ragazzi stavano a bocca aperta, davanti a quelle macchine in moto, a quegli operai attenti al lavoro, che parevano anch'essi far corpo colle loro macchine, ma furono ancora più maravigliati quando andarono nello stanzone della tessitura.

Aveva in testa un berretto di velluto nero col fiocco di seta, indossava una lunga vesta da camera di lana grigia alquanto sgualcita, teneva aperta sul banco alla sua destra la tabacchiera da cui fiutava prese abbondanti che ricadevano in parte sulla pagina 114 del suo libro mastro, e precisamente sulla partita relativa alla casa via Maravigli N. 37.

La mamma, una grassona ancora appariscente che cuciva seduta vicino al lume, alzò la faccia e sorrise al futuro genero, e dette uno sguardo tenero alla figliola, contenta anch'essa che la sua Carmela fosse Fillari. Le due amiche guardavano a bocca aperta, ascoltando con grande aspettazione.

Paolino Berlendi stava ad ascoltare a bocca aperta, sbalordito; intorno a lui altri giovani si erano radunati e ascoltavan pure, sorridendo con la sigaretta tra le labbra. Come si vede che ha viaggiato! mormorò qualcuno ironicamente.

Il suo viso era divenuto colore di piombo: la sua bocca, aperta e schiumosa, lasciava pendere una lingua arida e nera; i suoi occhi, stralunati e spalancati, schizzavano fuori dalle orbite. Filippo mise la mano sul cuore dello strangolato. L'orologio non oscillava più. Tre quarti d'ora erano passati. Non una parola. Un colpo d'occhio tra i due manigoldi diceva tutto.

PANDOLFO. Con questo tuo ridere mi cresce la rabbia: la camera è rimasta piú netta che un specchio! PANDOLFO. Da maledetto senno! la fenestra verso levante è aperta e scassata, e dubito che di sieno state levate le robbe. ALBUMAZAR. Pandolfo, che avete che gridate cosí alto? PANDOLFO. Tutto l'apparecchio è stato tolto dalla camera! ALBUMAZAR. Sperate bene.

La cassa era nella camera dell'ingegnere, accanto al baule. Appena fu aperta, l'identica domanda venne sul labbro all'Arconti e a Maria: Dove si metteranno tutti questi libri?

Parola Del Giorno

l'evocatrice

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