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Aggiornato: 2 luglio 2025


Il marchese Antoniotto aveva un suo modo particolare di manifestare la sua scontentezza; ma quel modo non si poteva usare con la marchesa Ginevra, come con la gente di servizio, o con altra classe dei suoi dipendenti. Perciò il tiranno di Quinto si chiuse in un mutismo, che non era senza una cert'aria di dignit

Lo stesso marchese Antoniotto, a mezzo il dicembre del '58, si tirava in disparte. Scontento, non andava neanche più a Torino, per rompere le sue lance in Senato contro i mulini.... di Collegno; più si faceva vedere a Genova, essendosi chiuso nella sua villa di Quinto, come Scipione nella sua di Linterno. Scontento! e di che?

Il marchese Antoniotto Torre Vivaldi non scrisse l'opera promessa alle genti. Finì il '58 senza che egli l'avesse pur cominciata; passò il '59, anno di tali novit

Vedendo in che stato si fosse il suo riveritissimo amico, il marchese Antoniotto si degnò di accompagnarlo, ed ambedue uscirono sulle scale, seguiti dal fabbro ferraio che li aspettava coi ferri del mestiere tra mani, e dal servitore che portava una lucerna per rischiarare la via. Ma in quella che muovevano i primi passi per salire al a di sopra, un nuovo personaggio comparve sul pianerottolo.

Intanto che si dicevano questi nonnulla, il Pietrasanta era venuto ad ossequiare la marchesa, e dietro a lui veniva il marchese Antoniotto, tenendo il braccio di Aloise di Montalto.

Uno dei personaggi più importanti della nostra storia, sebbene altro non abbia fatto ancora che una breve comparsa in queste pagine, è senza dubbio il marchese Antoniotto Torre-Vivaldi.

Questa opinione del volgo, alla quale non aveva pensato Aloise, lo aiutò, senza sua saputa, a cansar l'accusa di pazzo, vanitoso che corresse a rovina. Il marchese Antoniotto, egli stesso, la pensò come il volgo, e quella insolita maniera vivere sfoggiato gli parve naturalissima per conseguenza. Abbiamo gi

Però, quella lettura tornando ad esercizio della sua meditata eloquenza, era naturale che volesse afferrar l'occasione, leggendo caldo caldo il suo discorso all'amico. Ma gli era proprio un discorso? Più conveniente sarebbe il chiamarlo discorsa. Questo era un colpo maestro, e il marchese Antoniotto se ne teneva.

Il marchese Antoniotto era seduto davanti alla sua scrivania; ma tosto si alzò per farsi incontro al Gallegos, e per chiedergli con garbo signorile qual buona ventura gli procacciasse di vedere il padre Bonaventura in quel punto.

Come Aloise di Montalto ai avvicinasse per la prima volta alla bella Ginevra. Appena Aloise comparve sulla soglia, insieme col suo Pilade, il marchese Antoniotto compose il volto al più lieto sorriso che mai padrone di casa consacrasse all'accoglienza di un ospite ragguardevole, e si affrettò a muovergli incontro e a prenderlo per mano con affettuosa sollecitudine.

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