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Aggiornato: 26 giugno 2025
Beltramo proseguendo l'ufficio venne all'improvviso interrotto da una esclamazione angosciosa di Rogiero, che disse: «Ahi! Quanto ti hanno dato i miei nemici perchè tu mi ferissi alle spalle?» e con súbito atto portò la mano su i reni per conoscere s'era stato ferito.
Una notte egualmente insonne ed angosciosa era stata anche quella passata dalla contessa di Verdara. Soccorsa Massimiliana, ella era discesa a cercare di Ermanno, con l'idea dello strazio a cui doveva essere in preda. Non l'aveva trovato, e la sua preoccupazione era cresciuta. Aveva allora pregato suo marito di far venire la carrozza, non fidandosi più di assistere a quella lugubre festa.
Vedi, non ti lascio; resto con te. Sedetti, aspettai. Lo stato del mio animo era una sospensione angosciosa nell'attesa di un evento prossimo. Io ero sicuro che qualcuno sarebbe venuto a chiamarmi. Tendevo l'orecchio a qualunque lieve strepito. Udivo di tanto in tanto sonare nella casa i campanelli. Udii il rumore sordo d'una vettura su la neve. Dissi: Forse è il medico. Giuliana non fiatò.
Uno dei giorni più terribili era stato quello del 31 agosto: la morte aveva mietuto maggiori vittime; nella seconda corsia dello spedale un uomo agonizzava. Quest'uomo, orribilmente contratto dagli spasimi della più angosciosa paralisia, era il signor Basilio. Una donna genuflessa da una parte del letto ed un fanciullo prostrato dall'altra pregavano.
La notte angosciosa ch'ella passò nella vana attesa del marito aveva servito sempre meglio a macerarle per così dire l'animo ed ammollirne la tempra. Quando la prima luce del mattino la sorprese, levata ancora, tutto freddolosa, gli occhi rossi dal piangere, il pentimento l'aveva così conquisa ch'ella proponeva, giurandolo a sè stessa, d'essere d'ora innanzi pel marito una vera pasta di zuccaro.
«Ritiriamoci, mormorò il marito; stassera dovrò montare a cavallo, e star fuori forse tutta la notte. «Ma che volete farmi morire? disse la donna angosciosa. «E che rispose egli severo non ho io una spada cui debbo qualche parte di me?
Matteo Cantasirena continuava intanto a tempestare Evelina e il dottor Foresti di lettere e di telegrammi; la preoccupazione più grave, più angosciosa del Segretario Generale era sempre la stessa: era che il Presidente scoprisse la "gazzarra indecente" che dilagava contro di lui, contro la Cisalpina.
E allora, quasi sentisse una fitta, una doglia acuta un tormento fisico, mandò, senza volerlo, senza nemmeno avvedersene, un'esclamazione così angosciosa, così disperata, che sua madre ne trasalì.
Il Levita levò gli occhi nel bellissimo volto soffuso di lacrime, e quello sguardo gli ravvivò nel pensiero mille memorie assopite. E traendo seco la donna oltre il vestibolo per passare nel giardino: Non era dunque esclamava un sogno di inferma fantasia ciò che il mio povero compagno di viaggio ebbe a rivelarmi dopo quella notte angosciosa che noi passammo a Losanna.
E l'espressione angosciosa del suo volto, il tremito delle sue mani, le labbra arse e scolorite, tradivano a poco a poco il dolore smisurato, profondo che la poveretta con tanta forza era pur riuscita a nascondere. Il duca salutava col fazzoletto; sospirava, piangeva; a chi non lo conosceva a fondo, anche il duca avrebbe fatto piet
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