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Aggiornato: 21 giugno 2025
La vittoria, infine, aveva coronato non poche lotte elettorali amministrative. A Piana dei Greci, a Corleone, a Prizzi, a Partinico, ad Alcamo, a San Giuseppe Jato, a Sancipirrello, ecc. ecc. contadini ed operai, candidati dei Fasci, erano andati a far parte dei Consigli Comunali.
Il La Loggia ha fatto una diligente statistica delle cause che determinarono le principali dimostrazioni e i tumulti da gennajo 1893 a gennajo 1894, che mi pare importante riprodurre dal Giornale degli Economisti (marzo 1894): divisione demanii comunali 1, cause politiche 2, tasse locali 48, patti agrarî 7, patti minerarî 1, prepotenze amministrative 2, prepotenze di autorit
Sono stato sempre timido e per ciò, allora e dopo, ho avuto poca fortuna con le donne; figuratevi se ero timidissimo con una signora che potevo avvicinare di rado e che fin la maldicenza senza scrupoli delle fiere lotte amministrative aveva sempre rispettata!
I Lombardi sono i più caldi partigiani del conte di Cavour oggi del barone Ricasoli ma non sì teneri che i Toscani e con vedute amministrative più larghe. I deputati dell'Italia del centro sono ministeriali in genere. I Piemontesi, o funzionari o del terzo partito ma conservatori sempre anche sedendo alla sinistra.
Nel fondo però di quelle gare vi son talvolta antichi rancori di famiglia e allora tanto più facilmente le elezioni amministrative e politiche diventano un caso di Sciacca.» Così a pag. 280, mentre a pag. 332, dopo avere descritto l'intervento dei Fasci in queste gare, giustamente afferma che in molti paesi si fece un vero imbroglio tra Municipio, partiti e Fasci.
«Il latifondo, osserva il Baer, mantiene e conserva una deplorabile dissonanza fra le istituzioni politiche ed amministrative e fra la legislazione civile, che la Sicilia ha comuni al resto d'Italia e le condizioni reali di quella societ
E mentre si finse di vivere a repubblica, fu mantenuto poi inalterato il dispotismo amministrativo di Napoleone, salvo alcune modificazioni sconclusionate. Fu estesa la competenza del consiglio di stato in materia di ordinanze, e devoluta la nomina dei suoi membri per sei anni all'assemblea nazionale: che era evidentemente un'insensata infrazione al principio della divisione dei poteri. In tal modo il presidente responsabile, sia nella deliberazione e preparazione dei disegni di legge, sia nell'interpretazione delle norme amministrative, doveva seguire la via prefissa da uomini, che non godevano la sua fiducia. Finora il consiglio di stato era il custode dello spirito di classe e della tradizione burocratica. Come mai l'imperiosa burocrazia avrebbe tollerato, che cotesto architrave dell'amministrazione fosse aperto alle oscillazioni delle lotte parlamentari? I legittimisti domandarono, per le ragioni ambigue che sappiamo, l'autonomia dei comuni; ma la maggioranza del parlamento rigettò, con la stessa risolutezza mostrata un tempo dalla Convenzione, ogni raccostamento al modello americano. La repubblica una e indivisibile guardava con vigile diffidenza qualunque moto tendente nelle provincie all'autonomia; e come i negozianti di Marsiglia si costituirono in associazione per ottenere la rimozione delle oppressive misure di quarantena, corse pei fogli parigini l'allarme, che il federalismo della Gironda alzava nuovamente il capo! L'amministrazione dei dipartimenti e dei comuni rimase sostanzialmente quale era sotto il re borghese: un tentativo sconnesso e dilettantesco di riforma fu arrischiato solo nei sottodistretti di dipartimento. Il circondario per l'innanzi era amministrato dal sottoprefetto con l'assistenza di un consiglio distrettuale, mentre il cantone, suddivisione del circondario, non aveva alcuna importanza nell'amministrazione e valeva puramente come circolo giurisdizionale del giudice di pace. Ora, invece, il sottoprefetto di botto veniva a comandare egli solo nel circondario, e corrispondentemente s'istituiva in ogni cantone un consiglio cantonale eletto. A questo proposito, legittimisti come F. Bechard e radicali come Lamennais avevano sovente ricordato, che la maggioranza dei comuni locali erano troppo piccoli per l'amministrazione autonoma. Per la qual ragione si pensò di stabilire nel cantone il centro di gravit
Pochi esempî basteranno a dare una idea di quella che fu l'azione del governo sotto questo aspetto e quali furono le conseguenze politiche e amministrative.
Storia e scienza politica si accordano nel riconoscere che non c'è che un mezzo per evitare le rivoluzioni violente: le riforme date a tempo. E riforme ne sono state proposte di ogni sorta per la Sicilia: riforme economiche, politiche amministrative e sociali; riforme, che in parte riuscirebbero utilissime al resto d'Italia.
Matteo Cantasirena, in quei giorni, era tutto occupato e tutto infervorato nella gran lotta per le elezioni amministrative e non si ricordava più di niente: nè di Pietro Laner, nè delle lettere, nè del "grande progetto" che aveva da comunicargli.
Parola Del Giorno
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