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Aggiornato: 7 maggio 2025


E a lui la Marcellina, cui la commozione amorosa non diminuiva per nulla il vigore dell'animo Fatti sicuro, mio unico amico, omai mi sento il coraggio di un soldato. Il tuo trionfo è certo, e questo abbraccio sar

Me lo additò il mio amico, facendomi notare come le spalle del vecchio milionario apparissero più curve del solito e come i di lui occhi sembrassero inquieti.

Riguardandomi come il vostro migliore amico; mi conoscete da lungo tempo: sapete che quanto fo, lo fo di cuore. Ah finalmente non sono più sola! No, Gabriella: e se vi decideste ad accettare la mia mano, io sono sempre disposto, benchè non abbia voluto insistere, onde lasciarvi tempo a riflettere.... Addio intanto. Addio: vi attenderò con vera impazienza.

Il bianco dei cuscini col sole... Ma via, io non mi voglio fare delle lodi. Ero contento, ecco, ero contento della mia settimana. In tutti quei giorni il mio piccolo amico s'era più stretto a me con tutte le ingenue espansioni infantili con le quali la fanciullezza trattiene una mano carezzante e un dolce amore pietoso.

Da ponente stendendosi verso mezzogiorno il re di Spagna col regno di Ormuz. E da levante verso tramontana il re delle Indie da noi detto il Gran Mogol, che finora non si mostra al Persiano amico inimico. Ma da questo lato si trammezza il piccolo regno di Conducar posseduto parimenti da questo re.

Onde avendo passati innumerabili travagli, posso innumerabilmente ringraziare il cielo che mi veggia salvo. Vo' aviarmi verso la casa mia. O Cricca, che tu sia il ben trovato! Come sta Pandolfo mio amico? CRICCA. Mi rallegro dell'accrescimento del vostro stato: che di padron che vi sia Pandolfo, or vi sia divenuto amico. GUGLIELMO. Che dice il mio caro Cricca?

Fausto si guardò intorno, e fece una smorfia. Era un salotto freddo ed inospitale, senza il posto della signora, il suo angolo, la sua nicchia dove un amico può sederle accanto, presso il suo tavolino, e i suoi lavori, i suoi libri, i suoi giornali, i suoi albums e discorrere intimamente, sfogliando di qu

Ed Alvise? Se v'era persona al mondo a cui il Sant'Angelo sarebbe stato lieto di poter mostrare, anche col massimo sacrificio, la propria devozione, era quest'uomo, ultimo erede di un nome, ch'egli era stato abituato a benedire fin dai primi giorni dell'infanzia: il figlio del patriotta esemplare, del generoso amico, alla cui abnegazione egli doveva la vita, la salvezza, le cure dolci e indimenticate del padre suo. Il giorno, in cui l'aveva visto entrare, ospite inatteso nella sua casa, era stato per lui una grande gioia di fratello ricordevole ed amoroso. E quando ne' primi momenti del loro avvicinamento egli ebbe appreso dalle labbra di Alvise la storia triste della giovinezza di lui, trascorsa così priva di ogni gioia, in mezzo alle conseguenze dolorose lasciate nella famiglia desolata dalla tragica morte di Gottardo Polverari, aveva egli sentito non solo accrescersi quella riconoscenza alta e profonda, che i suoi vecchi gli avevano inspirata come un dovere sacrosanto, ma s'era trovato avvinto istintivamente, potentemente, da un nuovo sentimento di simpatia, di piet

Non so. Pur lo credo! Pigliatelo, capitano, temo sia latore di serie carte... Appartenete alla Sorveglianza di colaggiù? No... cioè... capitano, da fedel suddito... amico dell'ordine... la tranquillit

Secondo il solitorispose uno di coloro; «noi torniamo quasi sempre carichi di cacciagione. Son cacciatori come noidisse uno di quelli che avevano introdotto il conte; «eransi smarriti, ed io li accolsi dicendo che c'era posto per tutti. È vero, è verorispose il suo compagno. V'ingannate, amicodisse il conte; «noi siamo viaggiatori.

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