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Aggiornato: 22 giugno 2025
MOPSO. O mia cara Talia, m'ha dunque il cielo disposto ad amarti perch'amando i' pera? Ben poss'io dir che quanto gira il sole non ha la nostra et
E quando mi hai fatto l'onore di cominciare a volermi bene? Non ti ho mai ingannata un momento replicai ma credo di essermi ingannato io stesso, credo che quella gran commozione per la tua voce fosse puramente un'ebbrezza di fantasia. Sai quando mi figuro d'aver cominciato ad amarti veramente?
Sei tu la parola vivente, io non so più nulla. Non ero mai stato amato, non avevo mai amato: che cosa è ora? Dove sono? La mia vecchia anima, così stanca della vita, è scomparsa. Adesso indovino l'amore di mia madre attraverso la sua indifferenza per me, comprendo che cosa mi dicevano una volta gli sguardi della folla intenta alle mie lezioni: allora mi sentivo solo, perchè tu rimanevi chiusa dinanzi a me. Credevo di amarti solamente come padre, con quella commiserazione del pellegrino stanco, gi
Quand'io lessi i tuoi versi Ho pensato alla gioja Immensa e alla sventura Di chi può amarti, o bella crëatura.
«Al santo pensiero Che aprì quel ricetto, Ministre si fanno Con tenero affetto Più vergini umìli, Sacrate al Signor: Null'altro che amarti, Il sai, potev'io, Ma quelle söavi Ancelle di Dio Più dolce, più giusto Faranno il tuo cor. «Io, conscia che al figlio Non manca un'aïta, Trarrò senza pianto Mia povera vita, L'usato lavoro Stimando leggèr.
Oh, Elsa mia! Eppure, vedi, io ho un ritegno, un misero ritegno umano; quello di poter essere creduta una calcolatrice... Forse lo penseresti anche tu, forse arriveresti a rimproverarmelo un giorno! E allora sarebbe finita; non potrei più amarti perchè non potrei stimarti, perchè non potrei più illudermi di essere stimata da te. È impossibile, Elsa!
Strano connubio!... Donna e intelligenza!... Una mandòla, cui la man d'amore Sa cercare una languida cadenza, E a cui scuote le corde Questo fantasma che sussulta e spia, E bacia, e sferza, e morde, E che gli umani chiaman: Poesia! Quand'io lessi i tuoi versi Ho pensato alla gioja Immensa e alla sventura Di chi può amarti, o bella crëatura!
Non sa amarti, poichè ti preferisce il Sinrun, cioè la sua ambizione. Oh! l'infinita piet
21 febbraio. Come sono felice di amarti! Ma perchè sono incatenato? Sento la poesia: ma oh quante volte penso al positivo, e faccio dei calcoli. Mio padre è ricco: scriverò un dramma per farmi una posizione?! È passato il tempo di queste ingenuit
Dio che mi vede, e mi perdona, e mi conforta, e mi fa sperare e sorridere: Dio che c'è! Torno dal Duomo. Che pensieri mesti! Credo sempre di vederti e sento di amarti! Ho bisogno di guardarti negli occhi! Ti immagino nella chiesa di San Marco; tu sei bella, tu credi, tu disperi. 22 aprile. Ho speso del denaro, comperando un budriere antico. Non è denaro pei poveri?
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