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Aggiornato: 17 giugno 2025


Il dottore aveva aperta la conversazione con mal garbo non tardò ad avvedersene. Lo zio Tob restò un istante come stupefatto, gli occhi spalancati, pensando sognare, sospettando, malgrado ciò, che non fosse innanzi ad un commissario di polizia. Poi si alzò pian piano, e rispose: Io pure, sono straniero. Io viaggio per vivere. Io non sono punto curioso. Detesto le storie, bizzarre o no.

Orazio che non cessava di spiare l'apparire dell'alba, quando s'accorse che le donne ci potevan vedere tanto da non mettere in fallo il piede sul terreno si alzò e disse: "È tempo di porci in viaggio".

Il mio buon amico Marone, esclamò con interesse il dottor Lombrichi, mettendo in fretta il suo pettinino richiuso nel taschino del panciotto; poi si alzò da sedere, s'abbottonò il pastrano e con gesto che non sarebbe stato disacconcio ad un eroe che partisse pel campo di battaglia, soggiunse: Andiamo un poco a vedere; messer Agapito, veniteci anche voi con qualche vostro cordiale.

Ho visto un individuo che mi ha ricordato un caso atroce della mia vita. Quella scusa non era fatta per rimetterci in allegria, e rimanemmo ugualmente impacciati e muti. Egli versò dell'altro cognac in giro, ne bevve appena un sorso, poi si alzò con impeto, e disse risolutamente: Volete che vi narri quella storia? Ora ne ho la testa così piena che non saprei parlar d'altro.

Ed Emilia, che camminava con lo sguardo a terra, parve ergersi più dritta, liberata da un peso invisibile; alzò gli occhi, incontrò gli occhi del Lascaris, e si trattenne a forza per non sorridergli. «Com'è bellaripensò questi, un po' umiliato di non trovare altro per lei.

Ella si alzò, rigida, e aperse la finestra. Perchè apri? È una così bella notte. Non dicevi prima che fa fresco? Non tanto... E poi son coperta... Tu a ogni modo non dovresti aver paura... Far

Nel salone, dopo il thè, Nancy pregò il violinista di suonare. Questi si alzò subito; andò ad aprire la cassetta del suo violino e tolse teneramente dal giaciglio di felpa grigio-perla il suo istrumento. Markowski era polacco, e giovane, e lacero, ma il suo violino era italiano, e vecchio, e prezioso.

Tratto tratto la campana dell'ospedale riprendeva a sonare a morto, e la suora rabbrividiva. Poi s'udì lontan lontano il fischio acuto della locomotiva sibilare fra i rintocchi lenti della campana. Il bambino alzò il dito, come per accennare quel suono ben noto, che gli richiamava tante storie e promesse serene di viaggi, e susurrò cogli occhi scintillanti e la bocchina aperta al sorriso.

Oh, non se l'ha mangiata il lupo, signor Magnifico, ed è laggiù che l'aspetta. Se Vossignoria vuole portarsela con , venga e la leveremo da terra. Signora, disse Laurenti, volgendosi alla donna gentile potremo averla patrona in opera di tanto rilievo? Volentieri. E la signora Argellani si alzò: ma Guido non le offerse il braccio, sebbene ne avesse una voglia spasimata.

Non udite? SAMIA. Chi picchia? FESSENIO. Fessenio tuo. Samia, apri. SAMIA. Ora. FESSENIO. Perché non apri? SAMIA. Io mi alzo per metter la chiave nella toppa. FESSENIO. Presto, se vuoi. SAMIA. Non truovo il buco. FESSENIO. Or escine. SAMIA. Eh! eh! eimè! non si può ancora. FESSENIO. Perché? SAMIA. Il buco è pieno. FESSENIO. Soffia nella chiave. SAMIA. Fo meglio. FESSENIO. Che?

Parola Del Giorno

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