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Aggiornato: 7 giugno 2025
Questa sintesi, che nessuno sapeva formulare, Don Giovanni l'aveva realizzata nella propria vita. Non so come fosse nato e credo inutile saperlo. Della sua infanzia, della sua adolescenza, della sua prima educazione in seminario nessuno si è mai occupato: nella sua vita vera, che cominciò più tardi, questi antecedenti sono quasi senza valore. Don Giovanni non fu nè un apostata nè un convertito.
Mia cognata si risolse a ricomperarla perchè mio fratello pensava sempre a quel vecchio organo dei Serassi che è nella Cappella, a quel vecchio sollevatore e consolatore della sua adolescenza. Era la sua gran passione. Te ne ricordi? Ci mettevamo tutt’e due dentro il confessionale, a sentirlo sonare fughe mottetti ricercate del Frescobaldi, per ore ed ore. La Rondine. Me ne ricordo.
Arrotondo quella fronte con uno sforzo di fantasia, metto un po' di fosforo in quegli occhi, dò una toccatina a quel naso, alleggerisco quel collo; ed ecco l'Anna d'Austria della mia adolescenza, l'Anna d'Austria amata da Giorgio Villiers, duca di Buckingam, che fece tante sublimi sciocchezze per lei e a cui la vita fu interrotta da un colpo di pugnale, forse perchè non avesse a farne delle altre.
Solo assai tempo dopo, ritessendo io nella mente la storia del mio fosco passato, potei riescire a rendermi ragione del come quel primo fatto e quelli non meno obbrobriosi che gli tennero dietro, dovessero necessariamente accadere e succedersi quasi anelli d'una stessa catena. La mia adolescenza e la mia prima giovinezza erano state ben singolari!
Non vi rivolgete al mozzo Bonito; disse il conte Fiesco, tentando anch'egli di mettere nel doloroso colloquio una nota men triste. Egli non vi saprebbe rispondere, non essendo nato in Europa, nè educato dalla prima adolescenza alle leggi, alle consuetudini, ai riguardi del nostro mondo decrepito e saggio. Piccole paure? V'intendo; col vostro gran cuore non ce ne sono; e molta altezza di sentire, e il rispetto che meritate, potevano tenervi guardata come in una rocca inaccessibile. Ma egli, che ha l'anima grande, poteva temere di non aver così forte il cuore, e di non poter resistere alla violenza di un sentimento, che noi tutti sappiamo come sia indomabile. Qual uomo potrebbe giurare, amando davvero, di non varcare certi confini? E allora, vedete, le piccole paure ingigantiscono, gli scrupoli assalgono, e non sono più piccoli. Si pensa alle ciarle assassine del mondo, e si teme per la donna virtuosa, fino a quel giorno onorata, che l'amor nostro, eccedendo nelle sue dimostrazioni, che la sua divina bont
Ah, la sua camera da studio! Quante ore liete vi aveva passate! Come in essa tutto gli rammentava la sua infanzia gioconda, la sua adolescenza felice e cinta d'affetto! Quando i suoi condiscepoli venivano a visitarlo oh! essi dicevano il tuo non è uno studio, è una reggia.
Il cuore della gentildonna, stretto dalle leggi della fredda cerimonia, gelato dalle catene, a gran pezza più fredde, del talamo, si schiudeva alle ricordanze dell'amicizia lontana, prolungava nella vita adulta le libere e dolci confessioni della spensierata adolescenza.
Parola Del Giorno
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