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Aggiornato: 5 giugno 2025
In mezzo a tante fatiche e trionfi dell'arte, non era dimenticata Fiordalisa. La bella immagine aleggiava sempre davanti agli occhi di Spinello. L'idea, insinuata nella sua mente da messer Dardano Acciaiuoli, che il lavoro fosse preghiera, e che la preghiera lo avrebbe avvicinato alla sua povera morta, gli aveva, come suol dirsi, raddoppiate le forze. Indi, ne accadde quel che doveva accadere, cioè che la stessa assiduit
E frattanto s'inchinò leggermente, per ringraziare messer Dardano Acciaiuoli del suo accenno cortese.
Per queste ragioni, o per altre consimili che gli balenassero alla fantasia, messer Dardano Acciaiuoli lodò grandemente il concetto del suo amico Spinello. In fin dei conti la pittura ha una filosofia tutta sua, che ne vale molte altre, vo' dire la filosofia dei contrasti; e i contrasti, appunto per quella impressione che fanno immediamente sull'animo del riguardante, offrono argomento a profonde meditazioni. Un Lucifero bello! Che vi pare una cosa da nulla? Una simile stonatura, certamente voluta dall'autore, non è forse tale da far pensare che quel diavolo non meritava poi la sua trista sorte? E perchè subito viene in mente che Iddio non può aver fatto una cosa ingiusta, o almeno egli non può averla lasciata fare a spiriti perfetti, come sono senza dubbio i suoi angeli, non dee venire di conseguenza il pensiero che la malvagit
Son vecchio oltre i settanta, che sono il colmo della vita, se dobbiam credere agli antichi; e tutto il resto è un di più, sul quale non bisogna far conto. Con queste chiacchiere allegre, messer Dardano Acciaiuoli cercava di sviare le idee malinconiche, naturalissime in quell'incontro, che doveva svegliare tanti dolorosi ricordi nell'animo di Spinello.
Anzi, meglio, di condurlo da me? Volentieri; ma dove? Laggiù, in via della Scala, nella chiesa di San Nicolò. È chiusa, finora; ma potrete passare dall'uscio della sagrestia. Domani stesso, all'ora in cui usate andare a diporto, io sarò ad aspettarvi, Ci verremo, messere; rispose Tuccio di Credi. Ma, di chi dobbiamo noi domandare? Di Dardano Acciaiuoli: è questo il mio nome.
Messer Dardano Acciaiuoli accolse anche lui amorevolmente il padre del suo giovine amico e gli fece gran festa. Ambedue andarono dal Bastianelli che lavorava, come vi ho detto, in una botteguccia d'orafo sul Ponte Vecchio.
Ve ne avrei toccato prima d'ora, soggiunse Tuccio di Credi, ma me ne sono astenuto, perchè volevo consigliarmi con messer Dardano Acciaiuoli. E vi siete consigliato! Certamente. Messer Dardano è un uomo di gran giudizio e pieno di benevolenza per voi. Ora, anch'egli vedrebbe assai volentieri le vostre nozze.
La colpa era tutta di messer Dardano Acciaiuoli e dello scaccino di San Nicola; innocenti ambedue, come potete immaginarvi. Ma che farci? Si era così lontani dall'indovinare la vera cagione, che ogni congettura otteneva fede presso gli astanti. Madonna Fiordalisa volle ritornare quello stesso giorno a Pistoia.
La lettera di monna Ghita ricordò a messer Dardano Acciaiuoli le sue prime apprensioni. Era stato il protettore di Spinello e il pronubo della giovine coppia, e intendeva benissimo come in un giorno di tristezza domestica, la moglie di Spinello dovesse ricorrere a lui col pensiero e invocare il suo patrocinio.
Tuccio di Credi mise un grido di alto spavento, che parve ruggito di fiera, e precipitò nello spazio. Il vecchio Acciaiuoli udì il tonfo del corpo sui gradini dell'altar maggiore e si ritrasse indietro atterrito. Poco stante si raccoglievano le membra sfracellate. In chiesa e fuori si credette ad una disgrazia.
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