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Aggiornato: 9 giugno 2025
La prima era troppo alta.... la seconda troppo bassa!... e così la sorte mi condannava a girare intorno al mio asse, sempre ad eguale distanza dal sole e dalla luna, perduto negli abissi dell'universo come un bolide. Venni assalito da una profonda melanconia, che si alzava nel mio animo come la nebbia d'autunno che ci asconde gli oggetti.
Ti sognai, ti cercai: ne l'infinita Luce del ciel, nei cupi abissi orrendi Sempre in traccia di te corsa ho la vita, O eterna Idea, che umana forma or prendi; Vista t'ho innanzi a me, t'ho in cor sentita, Sempre acceso m'hai tu come or m'accendi; Or che t'aggiungo, e intero alfin son io, Son colmi i fati, ed il trionfo è mio.
Così dicendo faceva vedere la lettera, battendola sul dorso della mano sinistra, e aspettando che l'un dei due parlasse. La signora teneva il capo chino, colla mente negli abissi in cui il figliuol suo precipitava; don Marco, guardando il pievano, pareva studiare, come un sacerdote potesse aver cuore, di tormentare così fuor di maniera una donna gi
Non tremare così, Santo Padre!... Veramente, lo so, tu non hai l'abitudine di volare sospeso, a questo modo, sulla crudele foresta dei tetti, sui loro colossali denti di sega, sui loro energici pendii dalle braccia tese verso gli abissi delle strade, peschiere in cui guizzano le lampade elettriche prese tra i fili loquaci del telefono....
Il mare, quell'infinita distesa di liquido glauco che v'invita voluttuosamente a tuffarvici e vi procura sensazioni indescrivibili, il mare infido, ad un tratto, quando meno ve l'aspettate, vi inghiotte e sparite nel caos. Tale è la montagna. Quale è la sorte dei marinai, dei marinai che si sono affacciati impassibili cento volte sulla porta degli abissi?
Ed ecco in alto un fiammeggiar profondo Correa di tuoni orribile infinito; Traggo al rimbombo l'Ocean dal fondo De gli antri spaziosi ampio muggito; Tutto si scuote il ciel, si scuote il mondo, Si scuote infra gli abissi il gran Cocito; Ed orrendo AMEDEO spegne e minaccia Il campo avverso, e ne la fuga il caccia.
Bensì arrivava il tempo in cui Paolo Spada abbandonava lui gli amici, non uscendo, chiudendo la sua porta, vivendo in casa per intiere settimane, fra le sigarette, il caffè e il lavoro. Questi furori di prosa e di poesia lo assalivano improvvisamente, dopo una gita nei dintorni, dopo la lettura di un libro, dopo aver ritrovato un vecchio pacchetto di lettere, ed egli si dava tutto a quel lavoro della composizione d'arte e della successiva scrittura, sommergendosi negli abissi della creazione e della forma, come chi da un altissimo picco si getta nel mare. Non conosceva più, Paolo Spada, in quelle sommersioni, nè misura di tempo e di spazio, nè fatti o circostanze, nè necessit
Oltrepassai l'osteria della Terrasse, piena di bevitori e di baccano, toccai il cocuzzolo deserto del monte, colsi tra le macerie un fiore per Violet e, data un'occhiata distratta alle torri diroccate e agli abissi, ridiscesi a salti, impaziente di lasciare quella sinistra solitudine, impaziente di rivedere la mia fidanzata, immaginando sventure e rimproverandomene come di una pazzia.
Tali furono i soggetti di tutti i suoi quadri: torture di dannati, spettri, abissi di fuoco, draghi, uccelli soprannaturali, mostri schifosi, cucine diaboliche, paesaggi sinistri. Uno di questi spaventosi quadri si trovò nella cella dove morì Filippo II; altri si sparsero in Spagna e in Italia. Chi era questo pittore chimerico? Come visse? Che strana manìa lo tormentava?
Sono i baci che sbocciano dal pianto Come anèmoni tristi in mezzo a l’erba; Baci che sanno il torbido mistero Aleggiante sul capo ai moribondi, Baci che sanno i palpiti fecondi De gl’istanti di lotta e di pensiero; Del precipizio la vertigin muta, Del sacrificio l’agonia sublime, Il desìo degli abissi e de le cime, La dolcezza del cor che non si muta.
Parola Del Giorno
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