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Aggiornato: 25 giugno 2025


Scorsero dieci anni. Ma ormai i destini della patria venivano maturandosi e l'ora della resurrezione stava per suonare. =Dal 24 marzo 1849 al 1859 Il Piemonte.=

Raccolse quanto più potè di danaro e un bel giorno partì nascostamente e venne a Milano; fece la campagna del 1859, poi mise studio di scultore e si fece nome.

Nel 1859 il bravo, l'infaticabile Malenchini si recò da Livorno a Firenze per spingere l'esercito toscano a quel pronunciamento che decise il Granduca a lasciar la Toscana. Peruzzi fe' parte del Governo provvisorio, il quale prese le redini dello Stato dopo il 29 aprile.

=1859 La guerra d'indipendenza.= Il dell'anno 1859 l'Europa veniva risvegliata dall'eco rumorosa dei pochi detti, pronunziati dall'Imperatore Napoleone III al conte Hübuer ambasciatore d'Austria: «Mi duole che le relazioni col vostro governo non sieno così amichevoli come per lo passato; dite però all'Imperatore che i miei sentimenti personali verso di lui non sono punto cambiati».

Il Re grato del delicato pensiero di quei valorosi, scrisse al colonnello Chabron la seguente lettera: Torrione, 1 giugno 1859 Sig. Colonnello,

Poco dopo venne il 1859. Aldo Rubieri non era certo da giovinetto, quel fino calcolatore, che coll'et

Egli si è ravvicinato non ha guari all'Italia, come Ratazzi, a quell'Italia, che sino al 1859 essi consideravano, da bravi Piemontesi, come un delirio mazziniano, un'utopia infelice. Ora la s'intendono a meraviglia con la nuova venuta dicesi! Il generale Lamarmora fece la sua carriera senza favori.

Aminta Guerri, ultimo venuto a Santa Eufemia, fu il beniamino dell'ospedale. Triste famiglia, un ospedale; ma non dimenticate che si era nel 1859, in un ospedale di Brescia.

Garibaldi al contrario trovava ad armonizzare nella sua mente questi due estremi, Popolo e Re. Laonde egli non credeva tradire la sua coscienza quando al 1859 ed al 1860 scriveva nella sua bandiera il motto: Italia e Vittorio Emanuele. Molto meno credeva poter offendere il Re, quando parlava della republica italiana e del suo avvenire.

Il 17 mattino il generale si abboccava col Re, e la sera stessa i giornali davano la notizia che Garibaldi aveva rassegnato le sue dimissioni. Infatti due giorni dopo egli ne dava l'annunzio agli italiani col suo celebre manifesto da Genova, portante la data del 19 novembre 1859.

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