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Aggiornato: 30 aprile 2025
L'indomani mattina, quando Vittorio Emanuele si recava a visitare i suoi valorosi camerati della vigilia, ed a consegnare al Colonnello Chabron il decreto col quale decorava colla medaglia d'oro la bandiera del suo reggimento, il più anziano dei Zuavi gli partecipava che il reggimento lo aveva acclamato suo Caporale e lo pregava di accettare. «Ben volentieri amici miei» rispose il Re commosso di quel segno di simpatia «d'ora innanzi io appartengo a voi».
Proprio nel più caldo del combattimento il colonnello Chabron lanciò i suoi Zuavi all'attacco: questi, come un uragano, sotto gli occhi del Re di Piemonte si gettarono sopra agli austriaci; nessun ostacolo, nessuna resistenza li arresta; invadono le difese nemiche si gettano sopra ai cannoni: gli artiglieri austriaci non hanno tempo di caricare i pezzi perchè le terribili baionette ne fanno strage; riescono vani i tentativi della fanteria che accorse per salvarli e i cinque cannoni furono preda dei vincitori; non si arresta il reggimento, si slancia sulla strada e, seguendo Vittorio Emanuele che con la spada li invita all'attacco, si avventa contro le masse austriache impegnate in furiosa lotta coi piemontesi, e così i soldati delle due nazioni si frammischiarono nel combattimento e nella gloria, investendo il nemico alla baionetta.
Il Re grato del delicato pensiero di quei valorosi, scrisse al colonnello Chabron la seguente lettera: Torrione, 1 giugno 1859 Sig. Colonnello,
L'imperatore dei francesi, prevedendo che l'esercito italiano avrebbe dovuto sostenere aspre battaglie, staccava dal 5º corpo il 3º reggimento Zuavi, ed ordinava al colonnello Chabron di mettersi a disposizione di Vittorio Emanuele.
Parola Del Giorno
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