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³²⁵ Villabianca, Diario ined., a. 1798, p. 323; a. 1799, p. 387. Altro suicidio fu quello del controllo Fiorello, il ottobre del 1818. Per tutta la citt

Tant'è, ciò che in Francia sarebbe uno sgarbo villano, qui forse è cortesia fiorita. Ecco come la buona creanza, cambiando clima, cambia i suoi riti esteriori. Ma, a dir vero, mi restano alcuni dubbi ancora sulla spiegazione di questo fenomeno morale. Ve ne sarò gratissimo. Milano, il 16 settembre 1818. Vostro umilissimo servitore I. |D'Andely|.

Per la Francia bastavano in ogni modo quelle del Fauriel, per l'Italia quelle del Foscolo. Anche il Monti, del resto, scrivendo nel 1818 a Giovanni Torti, gli avea detto: "Da chi avete voi imparata l'arte di far versi così corretti, così belli? Fatene di più spessi e crescete la gloria degl'Italiani, il più caldo lodatore della vostra Musa sar

Merita altresì essere notato il caso della pisside affatto ignoto o poco manifesto. Il Vescovo di Valenza mandò a Pio IX la seguente lettera, la quale gli fu consegnata solo il 21 Novembre 1818. «Santissimo Padre

Anche il PUYMAIGRE (Chants ecc., I, p. 158) crede all'origine francese di queste romanze, e riferisce a sostegno della sua opinione una canzonetta normanna d'Oliviero Basselin ( *1818) , che trascrivo:

¹ Ciò secondo relazioni dell'ambasciatore prussiano a Vienna, generale Krusemark, 4 e 11 febbraio 1818. Les rois m'adoraient au berceau, et cependant je suis

|Grisostomo|. Kurzgefasste Uebersicht der literarischen Streitigkeiten in Italien von X. |Niemand|. Stettin. 1818, bey Friederich Nicolai. Signor canonico, Ho letto con vera compunzione la garbatissima lettera scrittami da V. S. in difesa del Tiraboschi.

⁷⁷ Teixejra, op. cit., cap. ⁷⁸ Vedere i disegni fatti eseguire dal senatore Chacon, nel 1747. Benchè nell’Archivio Comunale non abbiamo trovato una pratica sulla illuminazione anteriore al 1818, pure degli appalti per le due vie principali se ne facevano; e negli Atti del Senato del 1783-84, p. 132, ve n’è uno concesso a Domenico Calabrese.

Marcantonio può ritenersi come l'ultimo dei Colonna potenti: egli morì a Paliano nel 1584. Dopo di lui le cose cambiarono; i baroni cessarono di guerreggiare col papato ed i loro beni cominciarono ad assottigliarsi a poco a poco, per le vendite a cui furono costretti dai debiti. La gloria di Lepanto era costata loro ben cara; mi diceva Don Vincenzo Colonna, che Marcantonio contribuì a questa guerra con un milione, e che d'allora in poi la famiglia non si era mai più rialzata. Fin dal 1622 vendettero gli antichi possedimenti di Colonna e di Zagarolo, e nel 1630 dovettero vendere Palestrina, ora in possesso dei Barberini. La famiglia venne man mano declinando e per sempre: il ramo di Paliano esiste ancora; il suo capo attualmente è Giovanni Andrea, marito d'Isabella Alvarez di Toledo, ma si è trasferito da Roma a Napoli, residenza abituale dei Colonna. La maggior parte dei loro feudi è pure nel regno di Napoli, avendo Filippo III Colonna (morto nel 1818) posseduto col

Ristampato parzialmente dal Cusani. Ristampato dal Cusani. Ristampato dal Cusani. X. Lettera di Grisostomo al molto reverendo signor canonico don Ruffino. Nel numero 26 del Conciliatore, 29 novembre 1818. Ristampato da Guido Mazzoni nell'opuscolo testé citato. XII. Articolo sopra un articolo. Nel numero 34 del Conciliatore, 27 dicembre 1818. Ristampato dal Cusani.