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Aggiornato: 12 settembre 2025


El primo si è che si vegono privati della mia visione; el quale l'è tanta pena che, se possibile lo' fusse, eleggerebbero piuttosto el fuoco e i crociati tormenti e vedere me che stare fuore delle pene e non vedermi.

El quale more di fuora eccellentemente. Se cosí bene di drento more, non sentirá cosa che io gli faccia; e cognoscerollo a questo. Zas! Bene. Zas! Benissimo. Zas! Optime. Calandro! o Calandro! Calandro! CALANDRO. Io son morto, i' son morto. FESSENIO. Diventa vivo, diventa vivo. ! ! ché, alla , tu muori galantemente. Sputa in . CALANDRO. Oh! oh! uh! oh! oh! uh! uh!

Essi sonno tanto conformati con la mia volontá che essi non possono volere se non quello ch'Io voglio; perché l'arbitrio loro è legato nel legame della caritá per facto modo che, venendo meno el tempo a la creatura che ha in ragione, morendo in stato di grazia, non può piú peccare.

Però gran tempo, ove l'arte s'impaccia, va tanto piú quant'è l'opra piú degna: tu stessa el sai, alcun altro te 'nsegna, se non la prova e le tue stanche braccia. Homo omnium animalium excellentissimus difficiles habet ortus incrementaque tarda.

El corpo era sovenuto nel suo bisogno, e l'anima stava in admirabile allegrezza e dolcezza per la conversazione de l'angelo. Lo Spirito sancto gli è madre che 'l nutrica al pecto della divina mia caritá.

E' subditi tuoi, cioè la caritá e la fame, che verso di loro dovevi avere di notricarli in virtú, dando lo' exemplo di vita e bacterli con la mano della misericordia e con la verga della giustizia; e, perché tu facesti el contrario, la coscienzia ne l'orribile aspecto delle dimonia ti riprende.

È meglio che nel favore delli uomini, che sonno fallaci e buggiardi. FULVIA. Hai tu veduto quanto si è fatta pregare questa buona donna prima che si sia contentata? RITA. Be', madonna, non è da maravigliarsene: ché voi vedete ch'ella è povera; e ogni poco di bisbiglio che si levassi contro di lei sarebbe sufficiente a tôrgli ogni ventura. FULVIA. Tu dici el vero. Ma che te ne pare di Curzio?

O misericordia, el cuore ci s'affoga a pensare di te, ché dovunque io mi vollo a pensare, non truovo altro che misericordia, O Padre etterno, perdona a l'ignoranzia mia che ho presumpto di favellare innanzi a te; ma l'amore della tua misericordia me ne scusi dinanzi alla benignitá tua.

PRUDENZIO. Cosí me rispondi? Adunque, io te devo dare da resarcire el ventre e farte le calighe e i diploidi e i pilei, e devi fare a tuo modo? Ma guarda pur ch'io non ti dia qualche alapa che non ti metti quattro denti nel gutture! MALFATTO. Per Dio! Patrone, missere, odite, per questa croce. PRUDENZIO. Che vòi ch'io oda?

Perché? RITA. Per bene. Madonna Fulvia mia patrona gli vorria parlare. CECA. Aspettate, che or ora li farò l'imbasciata. RITA. Tornate presto, di grazia. FULVIA. Accòstate in qua, Rita, acciò che non paia ch'io stia sola; ché tu sai ch'alle male lingue non mancaria che dire. RITA. Costei si sará forsi rotto el collo, ché bada tanto a darci la risposta. FULVIA. Qualche cosa deve aver a far, lei.

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