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Aggiornato: 16 maggio 2025
E vegono la larghezza e la misericordia relucere ne' beati, ricevendo el fructo del sangue de l'Agnello; e vegono le pene che essi hanno portate, che tucte stanno per adornamento ne' corpi loro, sí come la fregiatura sopra del panno, non per virtú del corpo, ma solo per la plenitudine de l'anima; la quale rapresenta al corpo el fructo della fadiga, perché fu compagno con lei ad adoperare la virtú, sí che apparisce di fuore.
Ogni cosa veggono torta, dove ogni cosa è dricta. E, sí come ciechi, ogni cosa vegono in tenebre, e la tenebre in luce, perché hanno posta la speranza e il servizio loro nella tenebre, unde caggiono in mormorazione e vengono ad impazienzia. E come sonno tanto macti?
E per questo modo il vermine piú rode, e non ristá mai el fuoco di questa coscienzia d'ardere. Ancora l'è piú pena, perché 'l vegono nella propria figura sua, la quale è tanto orribile che non è cuore d'uomo che 'l potesse imaginare.
La quale visione è a loro acrescimento di pena, come a' giusti la dannazione de' dannati è acrescimento d'exultazione della mia bontá, perché meglio si cognosce la luce per la tenebre, e la tenebre per la luce. Sí che lo' sará pena la visione de' beati e con pena aspectano l'ultimo dí del giudicio, perché se ne vegono seguitare acrescimento di pena.
Questo è perché sonno aciecati e non vegono né cognoscono la veritá, sí come tu sai ch'Io ti mostrai nel principio della vita tua, pregandomi tu che Io facesse misericordia al mondo, traendoli della tenebre del peccato mortale.
El primo si è che si vegono privati della mia visione; el quale l'è tanta pena che, se possibile lo' fusse, eleggerebbero piuttosto el fuoco e i crociati tormenti e vedere me che stare fuore delle pene e non vedermi.
Vegono che per mia misericordia ella è levata dalla terra con la plenitudine della grazia, e cosí exultano in me nel bene di quella anima el quale ha ricevuto per la mia bontá. E quella anima gode in me e ne l'anime e negli spiriti beati, vedendo in loro e gustando la bellezza e dolcezza della mia caritá. E' loro desidèri sempre gridano dinanzi a me per la salvazione di tucto quanto el mondo.
Ed essi sempre mi perseguitano con molta impazienzia, odio e mormorazioni e con molta infidelitá, volendosi ponere ad investigare, secondo el loro cieco vedere, gli occulti miei giudici, e' quali sonno fatti tucti giustamente e per amore. E non cognoscono ancora loro medesimi, e però vegono falsamente, però che chi non cognosce se medesimo non può cognoscere me né le giustizie mie in veritá.
Sí come e' giusti vissuti in caritá morendo in dileczione, quando viene l'extremitá della morte, se egli è vissuto perfectamente in virtú illuminato del lume della fede, con l'occhio della fede, con perfecta speranza del sangue de l'Agnello, vegono el bene il quale Io l'ho aparecchiato e con le braccia de l'amore l'abracciano, stregnendo con estrecte d'amore me, sommo e etterno Bene, ne l'ultima extremitá della morte.
E cognosciuto che hanno l'amore in me, ed essi raguardano loro, cognoscendo e' loro difecti. E vegono col lume della fede che 'l bene debba essere remunerato e la colpa punita. Ogni piccola colpa vegono che meritarebbe pena infinita, perché è facta contra me che so' infinito Bene; e recansi a grazia che Io in questa vita gli voglia punire e in questo tempo finito.
Parola Del Giorno
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