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Capisco, fino a un certo punto, la tua riserbatezza. Ma da questo al volermi dare a intendere che ti è antipatica, che non la puoi soffrire... scusa.... Riserbatezza?... Con te, caro Bedini? Eh, via! E se ti rivelassi da quale fonte ho potuto attingere la notizia? Ti convincerei con due parole che è fonte inquinata. Ebbene... L'ho saputo dalla mamma! Tua? No, di lei.

Voglio che stia sempre con me. Intanto, perchè tu possa avvezzarti a volermi bene, eccoti una figurina, prendila. Babbo, perchè non la vuole e tiene le manine serrate? Perchè non sa che cosa farsene. Bisogna aspettare qualche mese. Quand'è così! Caro omino mio! Io ti regalerò i miei balocchi. L'hai caro? Rispondi. Ti pare, babbo, che sia per ridere?

, continuò poi. Io sposai don Francesco soltanto per obbedire a mio padre moribondo, quasi forzatamente. Federico, che avevo amato tanto, che a prezzo del suo sangue mi aveva salvata la vita, che mio padre aveva quasi esortato a recarsi a Lepanto, ove io lo credeva morto, era posto tra me e don Francesco. E ciò non bastava; il carattere del duca, il suo proposito di volermi soggiogare facevano il resto. Mi rammento queste parole, che egli mi disse quasi subito dopo avermi sposata, vedendomi pensierosa e triste: Ciò che soffrii da donna Livia del Faro nol soffrirò da mia moglie. La vostra tristezza mi offende; vi amo molto, ma alfine son vostro marito e comprendete..... Questo discorso non mi sorprese; io avevo gi

Se 'l volermi veder ti fa venire, vo' che mi veggi dentro, come fuore: mi leverò questo elmo da le tempie, acciò ch'a punto il tuo desire adempie.

Tanto che il reverendo pensava tutto stizzito: Ma che diavolo hanno in corpo questi signori, a volermi presentare per forza sotto quella maledetta veste sacerdotale, se io, apposta per non profanarla in questa gabbia d'assassini, mi son fatto un vestito nuovo da secolare! Respirò sin dal principio dell'interrogatorio del Lombardo. Pugliesi, alzatevi, disse il presidente.

«Non badare alla sconnessione di questa lettera. Io domando ancora a me stessa: È vero, o non è vero?... L'Adelaide, qualche ora prima di morire, ha nominato anche te. Credo ella mi diceva che Diana avrebbe finito col volermi bene...».

Tu devi dirmi quello che ti spinge a volermi lasciare: ho il diritto di saperlo e tu me lo dirai! Mattia, ciò che mi domandi è molto triste. Il ricordo che tu mi costringi ad evocare io volevo che fosse morto per sempre. È il mio passato, Mattia, che oggi risorge fra noi. È questo l'ostacolo che si frappone alla mia felicit

«Io cominciai: Poeta». In questa terza parte del presente canto dissi che l'autore moveva un dubbio a Virgilio: il quale, mosso da pusillanimitá mostra di temere di mettersi nel cammino, il quale Virgilio nella fine del primo canto disse di dovergli mostrare; e dice: «Io cominciai», a dire: «Poeta», Virgilio, «che mi guidi, Guarda», cioè esamina, «la mia virtú», cioè la mia forza, «s'ella è possente», a sostener tanto affanno, quanto nel lungo cammino e malagevole, per lo quale tu di' di volermi menare, fia di necessitá di sofferire; e fa' questo, «Prima che all'alto passo», cioè d'entrare in inferno, «tu mi fidi», tu mi commetta.

POPPEA Da me che vuoi? SENECA Scusa, importuno io vengo: ma forse, io vengo in tuo vantaggio... POPPEA Or, donde tal cura in te dell'util mio? Mi fosti amico mai, il sei? Cagion qual altra, che di volermi nuocere?... SENECA Giovarti mai non vorrei, per certo, ove non fosse misto per or di Ottavia il minor danno all'util tuo.

E quando mi hai fatto l'onore di cominciare a volermi bene? Non ti ho mai ingannata un momento replicai ma credo di essermi ingannato io stesso, credo che quella gran commozione per la tua voce fosse puramente un'ebbrezza di fantasia. Sai quando mi figuro d'aver cominciato ad amarti veramente?