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Queste parole non suonarono intere dalla bocca del Re, che la passione nol consentiva; gli si nascosero le pupille sotto le ciglia tese, un colore livido gli coperse la fronte, gli si gonfiarono i muscoli, tutta la fisonomia ne rimase scontraffatta in guisa, che i circostanti abbrividirono di terrore; si fece velo al sembiante con ambe le mani, e meditato che ebbe alcun tempo, le rimosse mostrandosi tranquillo. Tranquillo! destava una sensazione simile a quella di colui che seduto sul lido del mare gode vedere il placido flutto leggermente commosso dalle danze del venticello vespertino, quando all'improvviso, trascorrendo con l'occhio innamorato, incontra legni sparsi e cadaveri, segno della sua ultima tempesta. Il corriero, che non aveva avuto più animo di muovere labbro, ricevuto espresso comando, riprendeva così: «La sera del giorno quarto di febbraio le nostre vedette tornando di tutta carriera, ci avvisavano stessimo all'erta, perchè cominciava a vedersi la vanguardia nemica: gi

"Trionfale, vespertino, mineralmente rosso nella diafana pace d'un tramonto di ottobre, il sole, lacerando l'incenso degli spazii, cammina verso la morte ad indugiati passi, come le bande che vanno a suonare nelle esequie....

tu, dolce amor mio, saprai gli affanni De la bella Isolina? Io, quando i cari Giorni ripenso, che l'amor ne diede Tutti sparsi di luce, e la promessa, Che a l'incerto avvenir m'obbliga il petto; E il ciel rigido miro, e con le cento Ali del mio desir navigo il mare, Calar veggio dal ciel, sorger dai flutti Tanti negri fantasmi; un'infinita Pena, un'angoscia indefinita e nova S'apre ne l'ondeggiante anima, e a' mesti Casi pensando de la pia fanciulla, Tremo nel cor, chiamo il tuo nome, e piango. Giovinetta infelice! Un cheto e lieve Raggio di fuggitivo astro parea Nei passi suoi; fior di dolcezza ell'era Negli sguardi e nell'alma; ala odorata Di vespertino venticello estivo Somigliavan sue voci, e chiaro e santo Era l'amor, che le accendea la vita. Un giovinetto da la lunga chioma, Esile e mesto e tutto alma negli occhi, Era il dolce amor suo: povero ed egro Vaneggiator, che le natíe contrade E la terra dei suoi padri e le sante Braccia materne abbandonava; e il nero Vuoto d'amor, che gli s'apría nel petto, Empía d'inclite forme illuminate Da la fiamma de l'Arte. Un giorno, ei vide La belt

Per cogliere l'aspetto vespertino della citt

Se le squille dell'avemmaria, nel crepuscolo vespertino, ti straziano il cuore colla santa volutt