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Cosi` parlando il percosse un demonio de la sua scuriada, e disse: <<Via, ruffian! qui non son femmine da conio>>. I' mi raggiunsi con la scorta mia; poscia con pochi passi divenimmo la` 'v'uno scoglio de la ripa uscia. Assai leggeramente quel salimmo; e volti a destra su per la sua scheggia, da quelle cerchie etterne ci partimmo.

Ottoman, su tua morte alzano il canto, Me destinando a vil servigio indegno; Ma nol faran, ch'io vuò morire; intanto Queste misere chiome io ti consegno; Di mirra in vece io t'ungerò col pianto; E tu, mio Re, nol ti recare a sdegno, Che lo sgorgano gli occhi, onde uscia lume, Che pure avesti d'apprezzar costume.

E Cirïatto, a cui di bocca uscia d’ogne parte una sanna come a porco, li sentir come l’una sdruscia. Tra male gatte era venuto ’l sorco; ma Barbariccia il chiuse con le braccia e disse: «State in l

69 Avean, cercando abbreviar camino, lasciato pel sentier la maggior via; quando un gran pianto udir sonar vicino, che la foresta d'ogn'intorno empìa. Baiardo spinse l'un, l'altro il ronzino verso una valle, onde quel grido uscìa: e fra dui mascalzoni una donzella vider, che di lontan parea assai bella;

Uno squillo sottile e prolungato rispose allo scrollo potente che il sagrestano, avvezzo alle corde del campanile, aveva dato all'esile cordicina verde che uscia da un buco dell'imposta. Pochi istanti dopo, un rumor di passi si avvicinò e una vocina fievole chiese chi fosse. Son Baccio. E la porta si aperse.

Mia madre a servo d'un segnor mi puose, che m'avea generato d'un ribaldo, distruggitor di se' e di sue cose. Poi fui famiglia del buon re Tebaldo: quivi mi misi a far baratteria; di ch'io rendo ragione in questo caldo>>. E Ciriatto, a cui di bocca uscia d'ogne parte una sanna come a porco, li fe' sentir come l'una sdruscia.

. . . . Con mano empia tentava I misteri di amore in quelle membra, Ma lo respinse un Dio che lei vegliava. Il Dio che pura se la tolse in cielo, Come quando ella uscìa dal suo pensiero. ANFOSSI, Beatrice Cènci. Ecco come si ammenda il Conte Cènci.

Mia madre a servo d'un segnor mi puose, che m'avea generato d'un ribaldo, distruggitor di se' e di sue cose. Poi fui famiglia del buon re Tebaldo: quivi mi misi a far baratteria; di ch'io rendo ragione in questo caldo>>. E Ciriatto, a cui di bocca uscia d'ogne parte una sanna come a porco, li fe' sentir come l'una sdruscia.

Allor s'udì con dolorosi pianti chiamar soccorso dal celeste regno: ma quelle voci andaro poco inanti, che venne il mar pien d'ira e di disdegno, e subito occupò tutta la via onde il lamento e il flebil grido uscia.

Lo ’mperador del doloroso regno da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia; e più con un gigante io mi convegno, che i giganti non fan con le sue braccia: vedi oggimai quant’ esser dee quel tutto ch’a così fatta parte si confaccia. S’el fu bel com’ elli è ora brutto, e contra ’l suo fattore alzò le ciglia, ben dee da lui procedere ogne lutto.