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Lo dir de l’una e de l’altra la vista mi fer voglioso di saper lor nomi, e dimanda ne fei con prieghi mista; per che lo spirto che di pria parlòmi ricominciò: «Tu vuo’ ch’io mi deduca nel fare a te ciò che tu far non vuo’mi. Ma da che Dio in te vuol che traluca tanto sua grazia, non ti sarò scarso; però sappi ch’io fui Guido del Duca.

Non chiedo pietá perdono: usate meco le vostre raggioni, datemi tanti supplici quanti ne può soffrir un reo. Vuo' con presta e vergognosa morte purgar gli errori che per me son avvenuti, ché i fatti dell'onore ricercano testimonio d'un chiaro sole.

Tanto è a Dio più cara e più diletta la vedovella mia, che molto amai, quanto in bene operare è più soletta; ché la Barbagia di Sardigna assai ne le femmine sue più è pudica che la Barbagia dov’ io la lasciai. O dolce frate, che vuo’ tu ch’io dica? Tempo futuro m’è gi

Se si` di tutti li altri esser vuo' certo, di retro al mio parlar ten vien col viso girando su per lo beato serto. Quell'altro fiammeggiare esce del riso di Grazian, che l'uno e l'altro foro aiuto` si` che piace in paradiso. L'altro ch'appresso addorna il nostro coro, quel Pietro fu che con la poverella offerse a Santa Chiesa suo tesoro.

<<A te convien tenere altro viaggio>>, rispuose poi che lagrimar mi vide, <<se vuo' campar d'esto loco selvaggio: che' questa bestia, per la qual tu gride, non lascia altrui passar per la sua via, ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide; e ha natura si` malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia, e dopo 'l pasto ha piu` fame che pria.

Ma perché tutte le tue voglie piene ten porti che son nate in questa spera, proceder ancor oltre mi convene. Tu vuo’ saper chi è in questa lumera che qui appresso me così scintilla come raggio di sole in acqua mera. Or sappi che l

E nel cuore gli mette cotali pensieri: Che fai tu, misero? ove vuo' tu andare? da qual parte comincerai tu a rendere i furti, le ruberie e le baratterie e i denari in mille modi male acquistati? vuo' tu lasciare quello che tu hai, per quello che tu non sai se tu l'avrai? vuo' tu avere tanta fatica, tanto tempo perduto, quanto tu hai messo in ragunare? vuo' tu venire alla mercé degli uomini? come faranno i figliuoli tuoi? vuogli tu vedere morir di fame? come fará la tua bella donna, e tu, misero, come farai?

Dunque?!... Dunque.... (siede). Aggio fatto 'o guaio, nun c'è che fa!... (pausa) Tu mo vuo' sapé pecché sto cc

PASQUELLA. Vi dico piú oltre che la si levò dugento volte, una e due ore innanzi , per andar alla prima messa de' frati di San Francesco, ché non voleva esser veduta tenuta una pòrchita come fanno certe graffiasanti ch'io conosco. GHERARDO. Come «pòrchita»? Che vuo' tu dire? PASQUELLA. Pòrchita, ; come si dice? VIRGINIO. Cotesta è una mala parola.

Or tu chi se’, che vuo’ sedere a scranna, per giudicar di lungi mille miglia con la veduta corta d’una spanna? Certo a colui che meco s’assottiglia, se la Scrittura sovra voi non fosse, da dubitar sarebbe a maraviglia. Oh terreni animali! oh menti grosse! La prima volont