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Ed ecco, a poco a poco il vento sale, Punge, penètra, sibila, travolge, Fiero scotendo l’ale. Ed è voce di pianto alta e suprema, Ed è lungo e gemente urlo d’angoscia, E la foresta trema. Son palpiti di fronde e son sussulti. Parole d’ira sibilate a volo, Aneliti, singulti.... Squallida e nuda, ad un ricordo avvinta, Via per la selva turbinando gira L’anima d’un’estinta;

Nella febbre che mi agitava, credetti persino che il mormorìo provenisse dalla campana di vetro posata sul canterano, che fosse un filo di voce uscito dalle labbra cadaveriche di quel mostro che vi stava rinchiuso, che le pareti di vetro mi impedissero di discernere le parole e che queste turbinando nel poco spazio serrato perdessero accento e cadenza per convertirsi nel suono lugubre e confuso che mi atterriva.

Con quest'alte speranze e queste cure Si partiva l'Eroe, mentre più vasto Per la rigida notte infurïava, Turbinando, l'incendio. Arder parea La terra intorno, e correr sangue i fiumi, E, ad ingoiar tant'ira e tanti affanni, Come abisso di morte, aprirsi il cielo. Sentîr le fiamme inaspettate e il lezzo Dei feroci olocausti, e balzâr tutti Fuor del sonno i Celesti, a quella guisa Che sbucan da le pingui arnie ronzando Le pecchie industri, allor che il dispettoso Villan, che con obliquo animo guarda Al prospero vicin, l'aride ammucchia Secce del campo, e presso agli alveari Gitta la fiamma e, pago il cor, s'invola. Sorser così l'alme beate, e primo Al veroni del ciel, trepido, ansante Di recidiva volutt

Notis, più impetuoso e meno padrone di , fu il primo ad attaccare, moltiplicando gli assalti, portandosi ora a dritta e ora a sinistra, turbinando come un lupo attorno alla preda, e avventando tremendi colpi sul capo dell'arabo che li parava senza muoversi di una linea.

Ora, o Ignota, pregando io vo che il sozzo urlo de la plebea folla loquace s’acqueti intorno al tuo bel corpo mozzo; ora che dormi finalmente in pace, e il cieco infurïar della tormenta che turbinando ti travolse, tace; .... e perchè più non gema e più non menta le divoranti fiamme arser l’impura bocca

Anelante, turbato, Laurenti spiegò il foglio e lesse la lettera della donna gentile. «Amico, «Consentite che vi scriva, poichè non mi verrebbe fatto dirvi a voce tutti i nuovi e confusi pensieri che mi vanno turbinando nella mente.