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Ho avuto torto, e riguadagno il tempo perduto, rispose Berto sorridendo. No, la prego: questi discorsi mi affliggono. E voi, Clarice, non dite altre sciocchezze! La signora Teobaldi dimenò il ventaglio in tutta furia, dolentissima del rimbrotto, che la impacciava davanti al Candriani. Io vorrei sapere, riprese questi, ostinatamente, perchè l'affligga un'espressione di lode sincera.

La signora Teobaldi non aveva parola per l'indignazione che le serrava la strozza; ella faceva grandi gesti, tenendo in mano il fazzoletto e il ventaglio, e alzando ora l'uno, ora l'altro in segno di protesta. Finalmente riuscì a esprimere il suo pensiero: Ma il sindaco, dichiarò, dovrebbe fare una legge, una severissima legge contro quelli che insultano le donne!

Ma venga anche tutti i giorni, la prego. Faccia conto che questa casa sia sua, esclamò Filippo, incalorito dalla speranza di aver finalmente nuove dell'amica. La Teobaldi si alzò e s'incamminò con passo svelto, a testa alta, il ventaglio nella destra, pensando a un figurino di gran dama che aveva visto in un giornale di moda.

La fanciulla si fermò, la Teobaldi le si mise al fianco, e ripresero a camminare. Che paura, tesoro mio! esclamò Clarice, tentando di sorridere. Ah , muoio di paura! Quell'ubbriaco per poco non mi cadeva addosso!... Ma quanto dobbiamo camminare ancora? Adesso ci siamo. Volti a destra.... Non ne capisco più nulla, mormorò Loredana.

La fanciulla voleva restare sola tutto quel giorno, tutto il tempo che Filippo fosse rimasto assente; ma aveva appena bevuto l'ultimo sorso di caffè, che udì battere all'uscio. Avanti! disse. E invece dell'albergatrice, essa vide comparire la Teobaldi, sorridente e incerta. Mi perdoni, signora contessa, cominciò questa, ferma sul limitare.

Sulla tavola stava un doppiere, che la Teobaldi ravvisò nella penombra; ella lo accese, gettò un'occhiata in giro, afferrò il senso di desolazione ond'erano invase quelle camere, nelle quali s'era svolto un poema d'amore.

Loredana sospirò infine, profondamente, e il seno bianco si sollevò come per un singulto. Lori, susurrò Emma, amore mio, sono qui. Ecco, ecco! esclamò la Teobaldi. Rinviene; apre gli occhi.... Apriva gli occhi, infatti, Loredana, e li volgeva intorno senza raccapezzarsi; ma incontrò lo sguardo di sua madre e sorrise, allungando una mano per prender la mano di lei.

La Teobaldi s'avanzò guardandosi intorno. Ah, molto ben messo, molto carino! disse. Come si sente la mano della donna, d'una signora! Ma s'io fossi una signora come lei, indiscrezione a parte, non verrei in un paese bizzarro come questo. Ci sono tanti bei siti, in Cadore, nella Svizzera, nella Scozia, nel Caucaso....

Egli, che pur sentiva crescergli in cuore una disperata amarezza, non battè ciglio, vedendo sul divano il cappellino dell'amante. Si sieda, disse alla Teobaldi. Mi aiuter

Clarice non credeva alle proprie orecchie; le maniere cortesi di Filippo, l'accoglienza gentile, l'invito a dargli mano, la mandavano in visibilio. Ella squadrò l'ostessa, ch'era rimasta in disparte, e rispose: Io sono molto onorata, signor conte.... Filippo la precedette sulle scale, arrivò al primo piano, aperse, fece entrare la Teobaldi, richiuse.