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Vicenzella guardava in su verso il Gigante, con la faccia bruna, di un bruno affocato di rosso, dove non compariva sorriso. Vice' disse Aniello, il marinaio, dammi un carboncino per accendere la pipa. Tenete, tata, fece Vicenzella, sollevando la pignatta.

Egli non se ne accorse pure, accese la lucernetta e, fumando tranquillamente, si accomodò al desco mentre Martuccia preparavasi a pulir le stoviglie. Ben tosto arrivarono Tata e Nanno vaccaro, fratello di Lorenzo ferraio, il quale portava un par di scarponi da mettere all'ordine. Venne anche Toniello e la conversazione tra i quattro uomini si fece più viva che mai.

Allora senz'altro buttar fiato, caccio a mano la borsa; la fo sonare: Che? sono cappelletti di chiodi? domanda Bortolino. Io li verso sul desco, e vedono oh vedono! Che festa mia moglie! Perdincibacco, non fu allegra da nozze. E i puttini, che non han mai visto dindi, richiedono: Che roba son cotesti, o tata?

Agnese, con un moto irresistibile allungò il collo verso un cantuccio, in fondo della stanza, dove avevano messo il suo piattino... «Tata, Tatafece la Rosalia. «Andiamo a vedere che cosa la Santa avr

Mi ha detto Gaetano, il compare mio, quello dello stabilimento del Sole, che ieri don Ciccillo ci ha accompagnato una ragazza, una bella ragazza, con lo scialletto e la frangetta sulla fronte. Non può essere. Come, non può essere? Gaetano non è pazzo. Non è pazzo, ma quello che vi ha detto, tata, non può essere. Lo ha visto coi propri occhi!

Una sera, mentre io leggeva il giornale su la porta di casa, ecco arrivar Tata furibondo con un randellaccio in mano.

Poi Tata venne anch'egli presso suo zio e con aria compassionevole disse: Vedete, zio, se non è una trappola? Martuccia sorrideva. Quanto a pap

Le faceva sgarbi, dispetti: riferiva, e magari nel riferire inventava di suo, tutto ciò che poteva tirarle addosso una ramanzina, e le ripeteva, ciangottando, le parolacce e le ingiurie che sentiva dire dalla mamma. E costei, volendo mostrare alla fruttaiola, o ai professori, quando erano al Caffè d'Europa, l'intelligenza della sua creatura, usava domandarle, per giuoco: «Che cos'è la Tata

Quanto a Tata, s'era opposto vivamente che suo zio gli facesse un quarto paio di stivali: essere troppa la spesa, ritener che doveva incolparsene qualche spirito maligno, demonio o strega o mago sabino, aver intenzione di parlarne col cappellano e di pregarlo a benedirgli i piedi con l'acqua santa. In realt

È inutile insistere molto: fatto è che Tata, il lunedì indicato, venne alla bottega, calzò gli stivali, fece mezzo giro per la contrada e ricomparve rosso come bragia, bestemmiando senza ritegno. Questa volta era il tallone che tormentavalo: in fondo agli stivali, proprio dove si fanno le pieghe, era cucita una pezza di cuoio dura e nodosa.