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Quanto a Tata, s'era opposto vivamente che suo zio gli facesse un quarto paio di stivali: essere troppa la spesa, ritener che doveva incolparsene qualche spirito maligno, demonio o strega o mago sabino, aver intenzione di parlarne col cappellano e di pregarlo a benedirgli i piedi con l'acqua santa. In realt

94 Leone, acciò che la sua gente affatto non fosse uccisa, fe' sonar raccolta; ed all'imperatore un messo ratto a pregarlo mandò, che desse volta e ripassasse il fiume; e che buon patto n'avrebbe, se la via non gli era tolta: ed esso con non molti che raccolse, al ponte ond'era entrato, i passi volse.

Ora, per continuare a dire per ordine quello che vidi e quello che feci, devo condurre chi legge in un caffè e pregarlo d'assistere al mio primo desinare olandese.

Sorrise quella, e stringendosi al cuore la mano di Stella: Abbiate pazienza, la mia figliuola; adesso troverete la vostra nuova famiglia. E don Aquilino, a capo dimesso, strisciava dietro alla protettrice; e per consolarsi di quella trista spedizione, pensava che la signora contessa, nel ritorno, non avrebbe potuto a meno di pregarlo che volesse favorire quel giorno la sua tavola.

Richiamatelo; debbo pregarlo di un favore. Il medico era ancora sulla scala; richiamato dalla voce di Filippo, ritornò subito nella stanza.

La notizia del duello, per cui il Cavoy si buscò una non piccola ferita ad un braccio, giunse tosto all’orecchio del re, il quale, fiero in castigare i duellatori, comandò che i due cavalieri, invano accorsi a pregarlo di perdono, fossero condotti alla Conciergerie e la loro colpa fosse sottoposta al giudizio del parlamento. I rivali allora a convincere che s’eran battuti non per odio, ma per

Vi giunse che questi aveva scacciato con grandi minaccie Bianca e Margherita, tornate a pregarlo si togliesse di quel brutto luogo, che quei furiosi se n'erano andati: ma le loro preghiere avrebbero mosso a piet

Ho pensato che tu desideri di venire all'inaugurazione della Fenice e ho invitato Alberto a pranzare con noi per pregarlo di accompagnarti.

Che pensi tu dell'anima di un creditore? A questa domanda, uscita dal fondo della sala, scoppiò una risata universale. Luciano Valerga aggrottò le ciglia, e con quell'aria di mistero che assumono i confidenti di tragedia quando vanno a dare un'occhiata dietro alle quinte, domandò: -C'è un creditore tra noi? Perchè? gridarono molte voci in coro. Per pregarlo ad uscire; -rispose gravemente Luciano.

Gli ricordò la devozione, la gratitudine che il padre di lui, il vecchio Frascolini, aveva sempre serbata viva nell'anima per la signora duchessa, quella santa donna che sarebbe morta d'affanno, se qualche disgrazia fosse toccata alla sua figliuola; e siccome Sandro si era messo a fissarla come intontito, la Nena lo credette commosso, gli gettò le braccia al collo e continuò a pregarlo, a supplicarlo, coprendolo di carezze, di baci, di lacrime finchè, vedendo che l'altro durava a star zitto, esclamò: Dunque, di' su, rispondi; mi fai questa grazia?... Posso viver tranquilla, vero?... Posso viver tranquilla?