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Voi non l'avete mai potuto soffrire, ma' disse Vicenzella, chinando gli occhi, abbassando la voce, per reprimere la collera. E si mangia anche le tue! Voi non ci entrate, voi non mi siete madre. Matrigna, matrigna, come si dice, ma sempre matrigna siete! Poi, vedrai la verit

Io non so quando torno: debbo andare ad esigere del denaro sino a Porta Capuana, dalla mamma di Ciccillo. Vicenzella arrossì: e, per un momento, la voce le tremò. Non la maltrattate, ma' disse piano. L'interesse è una cosa e l'amore è un'altra, disse gravemente l'usuraia, scuotendo i soldoni, Ciccillo si mangia tutte le fatiche di sua madre.

Erano le undici, la via di Santa Lucia era tutta presa dal sole, Vicenzella non stava più alle mosse: Fortuna, seduta per terra, accanto a lei, dormicchiava. Come l'ora del mezzodì si approssimava, la vendita del polipo cotto cominciava. Vicenzella aveva tre o quattro piattelli di cretaglia bianca, sul parapetto della via: appena un avventore si presentava, ella immergeva lo schidioncino nella pignatta, ne traeva un pezzo di polipo, tutto riccio e lo metteva sul piattello, aggiungendovi un pezzo di galletta, gi

Ora, non aveva più pace e tutte le parole che aveva udite contro il suo innamorato, dalla mattina, le ritornavano in mente, cattive, crudeli. Una comitiva di studenti che avevano fatta una scommessa, volevano delle spighe: essi avevano fatto cerchio, aspettando che si arrostissero, scherzando con Vicenzella, che li guardava senza rispondere, seriissima, quasi truce.

Vicenzella guardava in su verso il Gigante, con la faccia bruna, di un bruno affocato di rosso, dove non compariva sorriso. Vice' disse Aniello, il marinaio, dammi un carboncino per accendere la pipa. Tenete, tata, fece Vicenzella, sollevando la pignatta.

Ma Carluccio fa ancora il soldato? -Lo fa sino a Natale: poi, torna. Mi ha scritto la lettera. Ciccillo non ha fatto il soldato? No: il governo non lo piglia, è figlio unico di madre vedova. Quando vi sposate? Ci vogliono i soldi, disse Vicenzella, con una malinconia profonda. Non li fai, tu? Li fo, li fo.... Ebbene? E poi se ne vanno. Non ci è che fare. O che brutta sorte!

Vicenze', io vengo con te, mormorò la sorellina. , , disse Vicenzella, impazientita, rimettendosi i soldi in saccoccia. Ma un giovanotto tutto agghindato si fermò innanzi a Vicenzella. La grazia vostra, disse lui, toccandosi il cappello alla sgherra. Padrone mio, Pascalì. Vi debbo fare un'imbasciata. Vi manda Ciccillo?

Si allontanò lentamente, grassa, ondeggiante, con la pappagorgia che si allargava sul fazzoletto rosso. Vicenzella avea lasciato di far la calza, ancora tutta pallida collera soffocata. O Vice', Vice' strillava la piccolina, attaccandosi alle sue gonnelle, raccontami un racconto. Non ci ho la testa, Fortuné, lasciami stare. , , raccontami il fatto della Bella mbriana.

Accanto a lei, per terra, sopra un piccolo focolare di tufo giallo, bolliva una pignatta di creta bruna; vi era dentro acqua di mare e peperone rosso, secco, fortissimo; ogni tanto Vicenzella vi gettava una manata di pezzetti di polipo, dalla pelle grigia, dalla polpa candida: quando lo ebbe tagliato tutto, e tutto messo a bollire nell'acqua di mare, vi aggiunse delle gallette durissime: coprì ermeticamente la pignatta.

Santa Lucia non lo assiste: questo che ha detto, non può essere. E va, che sei una bestia! Il bagnino si allontanò, scese la scaletta che porta sulla riva: Vicenzella crollava il capo, come se niente avesse potuto convincerla.