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A proposito: e le riforme? Ah! : ci sono anche queste per aria; o per dir meglio, c'è una commissione che le studia, e che ponza la felicit

«Son mortosclamò, e chiuso l'uscio a due mandate, tirò il catorcio, mise la stanga, non istette a rispondere alle figlie, venute a lui piene di terrore: ma per un andito scuro si cacciò in cantina, si buttò carponi; e squarciandosi i vestiti, e insozzandosi le mani e il viso, spingi, ponza, e rispingi, potè rannicchiarsi sotto un tino, donde mandò fuori rangoloso queste parole, alle figlie: «Se non mi volete morto, andate via di qua...! Via...!»

A coteste massime informato, un certo ragazzo in una pubblica via, fremeva al pensiero di non potere col suo biroccio raggiungere e lasciarsi addietro un civile di Ponza, che pei fatti suoi lo precedeva. Corri, corri, lo raggiunge, e quando gli è allato, furibondo che non si sia sottomesso a lui rallentando il passo, lo prende a frustate. Egli non avea più di 17 anni!

Dall'alto della torre di Paola si ammira la grande distesa del mare e le isole di Ischia e di Ponza che nettamente vi si delineano, sotto gli scoscendimenti delle rupi ed i massi grigio-rossastri che ricordano il Monte Solaro di Capri. Ridiscesi poi al lago e tornai per la medesima via a San Felice.

A Capri dunque ancorò dapprima, divisando fare una dimostrazione sopra Baia, e indi appressarsi se potesse trar fuori il principe con avvantaggio; e, se no, far prora verso la Sicilia, e poi la notte volgere a Ponza, e in quel canale aspettare l'armata del re.

Da lungo tempo il paese delle favole di Circe fu fissato su questo promontorio che invero, con la sua forma nettamente insulare, i suoi folti boschi, i suoi odorosi declivii, le sue grotte di stalattiti sul mare, costituiva un ambiente, per lo meno non disadatto, a far sorgere una favola magica di antichi navigatori. Il monte Circeo era nei tempi preistorici veramente un'isola, come oggi le isole di Ponza e come un tempo il Soratte. A poco, a poco e certamente molto prima dei tempi dell'Odissea, questa isola si riunì alla terra e divenne un capo. Gli antichi geografi riferiscono che su di esso giacque una citt

La spedizione in Ponza doveva aver luogo il 10 giugno. Un incidente, di quelli che niuno può prevedere o combattere, s'attraversò e distrusse tutto il nostro lavoro lo stesso giorno in cui doveva tradursi in atto. Avevamo intanto, poche ore prima, certi com'eravamo di mantener la promessa, avvertito i nostri del Regno che il battello partiva. Mancavano i mezzi per sollecite spiegazioni, e, più assai della perdita del materiale ed altro, temevamo gli effetti morali della delusione e i pericoli che il subito attivo prepararsi a seguire poteva moltiplicare sugli amici di Napoli. Partiva a quella volta un legno a vapore la stessa sera, e Pisacane determinò di portare egli stesso ai nostri la spiegazione dell'indugio e d'accertarsi a un tempo della realt

Mentre scrivo luglio 1894 sette mesi sono trascorsi dal giorno della proclamazione dello Stato di assedio, l'ordine non è stato menomamente turbato e le prigioni d'Italia rigurgitano ancora di prigionieri siciliani, e a Favignana, Pantelleria, Lampedusa, Ponza, Ustica, Lipari, Tremiti, Porto Ercole, ecc., si contano a centinaia i cittadini condannati a domicilio coatto senza alcun processo e spessissimo senza che mai per lo passato abbiano avuto da fare colla giustizia e colla polizia.

Quella linea fine e dolcissima della spiaggia che si prolunga per miglia e miglia e si perde poi nei vapori, quella sabbia morbida e scintillante, quelle onde che si frangono di continuo in quel mare che muta ad ogni istante aspetto e tinta, quel superbo capo di Circe, che emerge nel mare come un'isola e splende come un magico e grandioso zaffiro, quella lontana e piccola isola di Ponza, di cui le vette sorgono dalle onde quasi corolle di fiori, quelle cento piccole vele che vanno, vengono, compaiono, spariscono; quel canto melanconico dei pescatori, quel suono di flauti e di arpe, tutto ciò fa che se al di fuori rintronasse il mondo intero del rombo del cannone, dello scoppio delle granate, qui non giungerebbe l'eco più lieve.

Dinanzi a me apparve luminosa ai nostri piedi la pianura marittima, le paludi pontine, pervase di varie e strane tinte, più lontano il mare, dorato dal sole, le isole di Ponza, perdute in mezzo alle onde brillanti; il capo Circeo, la torre solitaria d'Astura, la Linea Pia e il castello di Sermoneta.