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Contemporaneamente Momolo, adoperando le grosse redini a mo' di sferza, gli diede cinque o sei colpi sul viso con tutta violenza, spietatamente, ferocemente, in mezzo alle più nere bestemmie. Pensa! pensa! gemeva lo sciagurato impallidendo per lo spasimo. E Momolo si arrestò di botto lanciando le redini in grembo a Petronilla.

Ella portava il suo vecchio abito di lana azzurra, non aveva scarpe e teneva intorno alla schiena, cadente con civetteria, uno scialle frusto ereditato dalla povera Pepa. I suoi occhioni celesti luccicavano da quel cantuccio e le sue mani si nascondevano sotto il grembiale. Addio Petronilla disse Don Bonomo quando la scorse; la giovanetta senza meno alzarsi ripetè: Addio, Bonomo.

Che sarebbe venuta a fare Petronilla? in sua casa? di sera? dopo tanti mesi che non si parlavano più? ma perchè mai gli aveva detto ch'era poco lieta della propria condizione, lasciandogli intendere che desiderava cambiarla? Il povero prete, inquietissimo, fece venti volte il giro della camera a grandi passi.

Petronilla picchiando per terra il bastone rispose: Giust'appunto: questa sera aveva fissato di venire da voi, in casa vostra. Don Bonomo, senz'aggiungere verbo, si allontanò con la testa sconvolta e il sangue in fiamme. Che volete da cena, Don Bonomo? domandò Moschetto quando lo vide comparire. Ma Don Bonomo, taciturno, infilò un uscio dopo l'altro e andò a rincantucciarsi nel salotto nuovo.

Con le palme dietro il dorso e la testa curva sul petto, egli tradiva, nel guardo, nel portamento, nel gesto, una insolita apprensione. O che Petronilla calcolasse di ritornare al presbiterio? e se ciò accadesse? la miseria, il bisogno l'avevano dunque piegata? ora che non si potrebbe più concludere nulla?

E fermandosi di colpo, come preso da un pensiero subitaneo, si rivolse ancora a Momolo. Perdonami, sai: non ti ho domandato di tua moglie. Perchè non è qui Petronilla? Eh! con questo buio era impossibile. Aveva paura. Ha fatto bene soggiunse Elena. Ma veramente, anche tu Bortolino dovresti rimettere a un'altra volta il tuo viaggio!

Petronilla quindi, piena di gioia, partì sbattendo gli usci e saltellando in modo che le sue vesti alzarono nuvole di polvere; Moschetto rimase con la bocca aperta al medesimo posto e Don Bonomo, affievolito, stanco, di pessimo umore, sarebbe scoppiato in lagrime. Suonò l'avemaria; le campane rimbombavano entro il loro castello e il plesbiterio ne tremava.

Il prete si alzò scosso a quelle parole che rimbombavano come squilli nel coro e si ritirò a testa bassa, con un acre odore d'incenso nella veste. Dalla cucina invece arrivava un buon profumo di tordi allo spiedo; e Don Bonomo si consolò riflettendo che Moschetto era diventato un bravo figliuolo. In sala Petronilla aspettava sul canapè comperato a Clusone pochi giorni prima.

Oh! vedrai! proruppe Bonomo con la gola arsa dall'affanno. E stette ad aspettare. Petronilla tolse la pentola dalla catena, versò l'acqua in una catinella di rame e poi, mettendosi le mani sul fianco, esclamò: Spero bene che mi darete quello che mi spetta? E a mezzogiorno uscì di casa con un grosso involto dopo aver salutato la mucca bianca e baciato le belle capre allevate da lei.

Il Serio rumoreggiava rompendosi contro le sponde: nembi di polvere volavano per l'aria e le zampe del puledro battevano il terreno come colpi di martello. Momolo passò davanti alla propria casa. Guarda pensò. E se domandassi qualcosa a Petronilla?