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No. Fior di speranza... no. Non voglio fiori allegorici, voglio fiori veri, conosciuti, fiori di giardino. Fiore d'arancio... e poi? Fior di verbena; benissimo: Fior di verbena che... A cavalcioni di una seggiola si batteva la fronte e pestava i piedi. Verbena mi piace perchè fa rima con serena, che è la fronte di Paolina... E poi, Dio buono! e poi?...

Quel povero signore, con occhi spaventati, guardava esterrefatto quel bimbo barbuto di sessant'anni. Allora l'Errera pestava i piedi e si avvicinava a Lucio Paglia per dire sottovoce all'incognito: Abbia pazienza! è un povero matto, che la sua famiglia lascia vagabondare, perchè assolutamente innocuo. Veda un po': abbia la bont

Il Monsignore prendeva sul serio le minacce di Pio Calca, ne rimaneva impressionato, spaventato, e l'altro, contento dell'effetto, sgranava il bianco delle pupille, diventava un ossesso. Questo è il gran giorno!... Duo schiaffi e li metto a posto!... Due schiaffi e li metto a posto! Mi lasci andare!... e pestava i piedi. Il prete per frenarlo gli tirava il vestito: Bravo! Bravo!

Nora, che aveva voluto bere anch'essa due dita di amaro, scrollava il capo, pestava i piedini, faceva le smorfiette più adorabili, tanto che lo zio Matteo, incantato della grazia, della bellezza della sua "cara Eleoonòra" le prese la testina bionda, la baciò, la premette dolcemente sul petto, dallo sparato ampio, candidissimo.... e fissò il Casalbara cogli occhi umidi.

Un uomo di servizio pestava nella retrobottega in un mortaio d'ottone che mandava il più assordante ed il più irritante rumore del mondo. Al tintinnio che fece il campanello appiccato all'ascio d'entrata, lo speziale alzò il naso dal foglio e guardò dal di sopra degli occhiali chi fosse venuto. La riverisco signor Agapito: disse Antonio levandosi urbanamente il cappello.

Il cugino di Guglielmo giungeva la mattina di buon’ora, imbacuccato e rimpicciolito; sul limitare pestava forte i piedi in terra per staccarne la neve rappresa, Guglielmo gli apriva uno spiraglio d’uscio che entrasse in fretta e poi tutti e due accaniti piallavano, segavano, connettevano le tavole, senza posare un minuto. La sera il cugino scappava a dormire e Guglielmo seguitava il lavoro.

La Gioconda rispondeva che Taddeo non si era visto: il Direttore pestava i piedi, sbatteva gli usci, e tornava a domandare di Eleonora e tornava a predicare sulla condotta impossibile di quella ragazza senza testa e senza cuore. E sempre ripeteva con forza: "senza cuore per nessuno!"

Ma ecco che il secondo si presenta. Eccellenza..... Cosa è? Ebbene!, ma io vi ho portato il vostro sacco da notte, io. Eh! ma io ho pagato il tuo camerata per tutti. Domandagli la tua parte. Che cosa mi riguarda ciò, a me? Conosco io forse il mio camerata, io? Vi aveva io detto di dargli la mia parte, io? Il viaggiatore pestava, e poi pagava ancora e respirava di nuovo.

La voce rotta da un tremito convulso, il viso contraffatto, sconvolto, livido, gli occhi torvi, stralunati, ansava, smaniava, pestava i piedi, barcollava come un ubriaco. Signor Laner! Signor Laner! balbettava Evelina spaventata.

Il Conte di Caserta intento, chino sul volto di Manfredi, per notare i sospiri, l'agitarsi dei muscoli, le più leggiere contorsioni dei labbri, allorchè lo vide spirato, si levò impetuoso, e gittata la lanterna si dette a correre a precipizio pel campo di battaglia: spesso su qualche cadavere stramazzava, spesso inciampando nelle armi sparse si feriva; pareva non sentisse più nulla; strette le mascelle, le pugna tese, digrignava tra i denti atroci bestemmie, di tratto in tratto si pestava su per la bocca, e per le guance, ed ululava: «Egli è morto, e non si è disperato