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La domanda era volta agli scrivani; ma dimorando a parlare, Tegolino rispose per loro: Perchè prima dicevano ch'ella era falsa; e poi sottovoce avvertì Luparino, che sarebbe stato meglio comprarne tanto vino di Orvieto, e berselo in compagnia.

Si recò allora a Genestrelle, deciso ad effettuare l'invasione romana. I preparativi e i piani strategici per questa audace impresa erano stati alacremente continuati fin dal suo soggiorno ad Orvieto. Si armarono truppe di volontari ad Ancona, a Foligno, a Bologna, a Firenze, negli Abruzzi, a Napoli. Depositi d'armi erano trasportati ai confini, e segretamente fin dentro gli Stati della Chiesa.

Ed avrebbero meglio ricevuti dei bisanti, dei fiaschi di Orvieto e delle lacche di maiale! interrompe una voce chioccia dal fondo della sala.

Ma poco appresso proruppe a comandar guerra e morte, non aspettato pure il decorso de' termini, «Sorga il Signore, esordiva da Orvieto a tredici gennaio milledugentottantatrè, sorga il Signore, giudichi la sua causa, per le offese che gli stolti vengongli recando ogni :» e sermonando del racquisto di Terrasanta, attraversato da Piero e da' Siciliani con molestar la Chiesa, «Iddio però, ripigliava, muova contr'essi a battaglia; e noi, per divina misericordia forti dell'autorit

E che l'antagonismo di nazione fosse reciproco, e che fosse sentito in tutta l'Italia, si vede, tra cento altri fatti, dalle parole di Guglielmo l'Estendard, vicario di re Carlo in Roma; il quale, poco innanzi l'ottantadue, ascoltando un nobile romano che si lagnava della misera condizione della patria, non ebbe rossore a risponder preciso, squarciando il velo della tirannide: non credesse al fine che spiaceva al re veder consunto e dissipato quel popolo turbolento; Roma fatta una bicocca . In quel medesimo tempo una rissa accesa in Orvieto tra Latini e Francesi, divenne tumulto; e vi si gridò morte ai Francesi; e Ranieri capitano della citt

Fatto sta però che la vecchia bandiera del 1860 non sventolava per l'Agro romano e il tentativo del maggior Ghirelli con Franco Mistrali di innalzarvela da Orvieto e da Orte fu soffocato nel biasimo generale. A Roma si doveva decidere codesta questione allora secondaria e giacchè il solo popolo vi lasciava sulla via sangue e cadaveri, niuno poteva osar prima di risolverla.

Bologna, Ancona, Perugia, Civitavecchia, Ferrara, Ascoli, Cesena, Fano, Faenza, Forlì, Foligno, Macerata, Narni, Pesaro, Orvieto, Ravenna, Rieti, Viterbo, Spoleto, Urbino, Terni, duecento sessantatrè municipî mandarono a Roma indirizzi, dichiarando in nome dei popoli che l'abolizione del potere temporale e la repubblica erano condizioni di vita allo Stato.

V, pag. 542. Bolla di Martino, da Orvieto, a 9 maggio 1283. Ibid., pag. 886. Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 51. Ibid., §. 28 e seg. Giachetto Malespini, cap. 215. Gio. Villani, lib. 7, cap. 80 e seg. Tolomeo da Lucca, Hist. ecc., in Muratori, R. I. S., tom. XI, pag. 1188. Vita di Martino IV, in Muratori, R. I. S., tom. III, pag. 610.

Augusto abbracciò fortemente l'amico e gli bisbigliò all'orecchio: Bada: che lei crede che tu arrivi da Orvieto. Grazie! mormorò Mario, coi denti stretti, e salì ancora. Giacinta gli buttò le braccia al collo, baciucchiando quella faccia smunta e intrisa di fuliggine.

La sera del 13 avendo avuto informazioni che il generale Morris era ancora lontano, staccò la marcia per Orvieto ove giunse sul mattino del 14.