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Raccogliamo innanzi tutto le brevi memorie del presente negli stadi principali che il secondo impero ha percorso. La sua storia si divide in due periodi nettamente distinti. Nello stesso modo come un tempo, subito dopo l'anno 1840, sorse opinione, che la stella degli Orléans corresse all'occiduo, così, dopo il 1860 il giudizio generale ritenne, che l'impero del terzo Napoleone avesse sormontato il suo culmine. Con questo, però, che il decennio dell'ascesa era la fase del dispotismo non mitigato in nulla, laddove il decennio della discesa era il tempo delle prove liberali! Non occorre altro che guardare freddamente in faccia questi dati di fatto per riconoscere immediatamente la verit

Il treno si era appena fermato che un piccolo signore, da uno scompartimento di prima classe, si era affrettato a chiamare: Aprite, presto, presto! Poi si era calato da , come se la carrozza fosse in fiamme: ma un po' impediva il ventre che sporgeva dagli svolazzi di un giacchetto di orléans nero; un poco era colpa delle gambine esili, che non riuscivano a toccare il predellino.

Perfino il duca di Richelieu era un incorreggibile chiacchierone su tali argomenti; di lui la duchessa di Orleans diceva: «È tanto indiscreto e chiacchierone che, ha dichiarato egli stesso, di rifiutare un’imperatrice bella come il giorno, anche fosse pazzamente innamorata di lui, se mettesse per condizione di dover tacere i loro amori

Questo conte non aveva voluto udire a parlare del ramo cadetto gli Orléans e viveva adesso di una dotazione sui fondi secreti di Roma, cui il cardinale Lambruschini gli aveva fissata, in considerazione dei servizi che aveva resi al partito cattolico. Il conte di Perceval si era ammogliato, dopo la Ristaurazione, per piacere alla signora di Cayla per meglio servire la Congregazione.

In Parigi ebbi a confermarmi nelle idee, nudrite ed espresse fino dal 1835, che la Francia era per molti anni perduta e che l'iniziativa del moto Europeo era da trovarsi altrove. Vidi Lamennais, Flotte, Giulio Favre e quanti mi parevano all'uopo, fino al principe Napoleone Bonaparte, antico cospiratore con me finchè gli Orléans reggevano. Non v'era speranza. Gli animi erano travolti da gare di parte, da stolte paure, da rancori personali, e smarrivano il segno. M'affannai inutilmente a dimostrare a quanti vennero a segreto convegno con me, che il vero unico pericoloso nemico della Repubblica era il Presidente, e che importava anzi tutto togliergli forza di compier disegni, evidenti fin d'allora per me. La borghesia, impaurita dei pazzi sistemi che assalivano la propriet

La lettera a suor Anna Brighton avrebbe svelato il mistero; ma suor Anna non si trovava. Alla Nuova Orléans, di dove erano datate le ultime sue lettere rinvenute presso la morta, non stava più; nessuno sapeva dire dove fosse andata. Il Ferpierre tuttavia sperava che un giorno o l'altro ella stessa avrebbe fatto pervenire alla giustizia il documento cercato.

Si ebbero inoltre dei balletti, in cui la licenza aveva raggiunto gli estremi limiti. Gaston di Orleans, fratello di Luigi XIII, era appassionatissimo per queste specie di danze; simil genere di divertimento rifletteva, con una cinica libert

Nel frattempo il presidente profittò destramente del favore del caso, che gli permetteva d'inaugurare le ferrovie costruite dagli Orléans.

Un mattino dell'anno.... non mi ricordo bene la data. Ma M. Guizot era ministro, ovvero M. Thiers uno, insomma, dei due grandi piloti che condussero la dinastia di Orléans al di l

Il disegno, ventilato da alcuni zelatori, di fondere i due rami della casa Borbone, andò a monte, sia perché gli Orléans non potevano rinnegare la propria origine rivoluzionaria, sia perché i rigidi legittimisti erano più di qualunque altro partito ostinati ferocemente nell'odio all'Orléans, compare dell'usurpatore.