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In un'angusta e solitaria cameretta dell'antica canonica di san *, passava intanto i suoi , nel silenzio e nel raccoglimento de' sacri studj, Celso il minor fratello di Damiano, sotto la rigida, mortifera disciplina del padre Apollinare, suo protettore e maestro. Gi

Allora ridiventava cupo ed uggioso; e l'ombra mortifera del suo umor nero intristiva tutt'intorno i germogli della speranza. Allora la gloria, l'amore, e tutto ciò che abbellisce la vita, gli si offeriva sotto le più tristi immagini, e lo assaliva come un arcano desiderio che quella rivolta preparata dagli amici suoi, della quale egli non si riprometteva nulla di bene, si facesse presto, affinchè una buona schioppettata lo mandasse l

La fantasia gli divenne più elastica, e dovunque gli presentò visioni, lo deliziò coi gesti ricordati della donna e con la melodia della voce femminile; il paesaggio gli riapparve asservito alla bellezza di lei; più che quadro, umile cornice. E visse tra una flora mortifera di figurazioni sensuali. Erano gli occhi grigi, ch'egli prediligeva?

Donna in bianco paludamento sorvolar lunghesso le mura; stender soave un velo contro a' colpi, e ribatterli; innanti sue divine sembianze cascar l'animo agli assalitori; presi d'un ghiaccio volgersi in fuga; e saette inchiodarli, che il feritor non vedeasi; tribolato anco il campo di mortifera epidemia: tanto narravano i nemici soldati a' nostri, facendosi sotto le mura a parlamentare.

A queste cause antiche ed universali di mortifera decadenza, il Pontificato ne aggiunse altra recente e peculiare al nostro paese; pensando egli riprendere lena co' sermoni dei vecchi, raccolse vescovi di ogni gente a Roma perchè dichiarassero in modo solenne, sacro, e santo, e necessario il potere temporale al governo delle anime: qui passavano il segno, passarono il segno, e fu oltraggio e minaccia quando bandirono Roma non appartenere agl'Italiani, bensì a non so quante centinaia di mila cattolici. Dopo ciò, la guerra è rotta. Roma importa diventi nostra e subito, o noi cessiamo favellare della unit

OTTAV. ... E ognor non rechi in dito un fido anello? eccolo; il voglio... SENECA Ah! lascia... OTTAV. Invano... Io 'l tengo. Io ne so l'uso: ei morte ratta, e dolce rinserra... SENECA Il ciel ne attesto... deh! ten prego,... mel rendi... Or, s'altra via... OTTAV. Altra non resta. Eccolo schiuso... Io tutta giá sorbita ho coll'alito la polve mortifera... SENECA Me misero!...