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Io fui di Montefeltro, io son Bonconte; Giovanna o altri non ha di me cura; per ch'io vo tra costor con bassa fronte>>. E io a lui: <<Qual forza o qual ventura ti travio` si` fuor di Campaldino, che non si seppe mai tua sepultura?>>. <<Oh!>>, rispuos'elli, <<a pie` del Casentino traversa un'acqua c'ha nome l'Archiano, che sovra l'Ermo nasce in Apennino.

Io fui di Montefeltro, io son Bonconte; Giovanna o altri non ha di me cura; per ch’io vo tra costor con bassa fronte». E io a lui: «Qual forza o qual ventura ti travïò fuor di Campaldino, che non si seppe mai tua sepultura?». «Oh!», rispuos’ elli, «a piè del Casentino traversa un’acqua c’ha nome l’Archiano, che sovra l’Ermo nasce in Apennino.

E bugiardo il pretesto onde coloriva la impresa, ch'era la estinzione della linea legittima dei Malatesta chiamati per succedere al feudo, imperciocchè Roberto, quantunque figlio naturale, fosse stato legittimato da Pio II. L'esercito papale rilevò la più sonora sconfitta che da molto tempo si udisse; per virtù di Federigo di Montefeltro socero di Roberto, e mercè i soccorsi di Napoli e dei Fiorentini ai quali premeva, che la Romagna rimanesse in piccoli stati divisa, e la troppa potenza del Papa dava ombra.

Corsi al palude, e le cannucce e ’l braco m’impigliar ch’i’ caddi; e vid’ io de le mie vene farsi in terra laco». Poi disse un altro: «Deh, se quel disio si compia che ti tragge a l’alto monte, con buona pïetate aiuta il mio! Io fui di Montefeltro, io son Bonconte; Giovanna o altri non ha di me cura; per ch’io vo tra costor con bassa fronte».

Scesi a visitarla e rimasi stupito di trovarla priva di ogni ornamento; le pareti della sala, di forma circolare, abbastanza ampia, sono intonacate di bianco e perfettamente nude; non v'è un sarcofago, un monumento in marmo, e non vi si vedono intorno che delle iscrizioni, i cui caratteri uniformi appartengono al secolo XVII. Vi si leggono gli epitaffi di Marcantonio e della moglie Felice Orsini, di Ascanio e di Giovanna d'Aragona, suoi genitori; di Fabrizio e di Agnese di Montefeltro, suoi avi.

Io fui di Montefeltro, io son Bonconte; Giovanna o altri non ha di me cura; per ch'io vo tra costor con bassa fronte>>. E io a lui: <<Qual forza o qual ventura ti travio` si` fuor di Campaldino, che non si seppe mai tua sepultura?>>. <<Oh!>>, rispuos'elli, <<a pie` del Casentino traversa un'acqua c'ha nome l'Archiano, che sovra l'Ermo nasce in Apennino.

Correvano gli ultimi giorni del 1268 quando, perduta la battaglia di Tagliacozzo, giungevano su questo lido, fuggiaschi e pieni di terrore, il giovane Corradino, il principe Federigo d'Austria, il conte Galvano Lancia con i suoi figli, insieme coi due conti della Gherardesca, parenti dell'infelice Ugolino che i versi di Dante hanno immortalato. Venivano da Roma dove, come narra il cronista Saba Malaspina, avevan cercato rifugio dopo la sconfitta, e dove era rimasto Guido da Montefeltro, quale vicario del senatore Arrigo di Castiglia. Corradino era giunto col