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Senti, Fortuné, se ti contenti, la sorella tua ti da un soldo, e tu ti compri una bella cosa. Che mi compro, che? Un soldo di nocciuole infornate? Ne hai tante! No, no. Un soldo di caffè? No, no. Un soldo di fichi d'India, ne hai due. , , dammelo. E Fortuna scappò via, verso il fondo di Santa Lucia, per comprarsi un soldo di frutti freschi e insipidi.

Poi rivolgendomi con sorriso ironico, mellifluo a Rose Barn: I vostri baci che devono senza dubbio essere sapientissimi, mi sembrerebbero inevitabilmente insipidi quanto quelli di una prostituta. Voi, non lo siete. Coi vostri occhi pieni di capricci e fantasie dovete certamente desiderare un maschio come me, se non fosse altro insolito, che vi parla come mai certamente un maschio vi ha parlato. Ebbene, no! cara Rose Barn, io vincitore italiano non vi prenderò, pur potendovi prendere, pur sapendo che vi farei piacere. Prego anzi l'amico Raby di rinunciare anche lui alla bella notte sicura. E lei, caro colonnello, gradisca l'ospitalit

Certum est ch'io non fo bene a tenerlo, ché quanti báiuli, quanti inepti villichi sono in questa inclita e alma cittá tutti lo cognoscono, se li congratulano; e non si acconviene a me esser veduto con esso lui perché non si dica, appresso delli insipidi ideoti garuli e rinoceronti, che lo eximio maestro Prudenzio, eletto e approbato da Sua Santitá censore e maestro regionario con stipendio congruo e condecente ad un paro nostro, meni apud se un tal famulo.

Inoltre, nulla da leggere, tranne due o tre giornali insipidi e infarciti di quei fatti diversi che poi son sempre gli stessi. Oh, i nervi della duchessa! Il duca non represse abbastanza un nuovo sbadiglio, che sonoramente echeggiò nel salone. Eh, finiscila un po'! gridò la duchessa infastidita: non sai far altro! E che ho da fare? gemette il duca, dal fondo della sua poltrona.

I saggi pubblici degli alunni del Monti facevano inarcare le ciglia e p. Vesco, dotto, ma privo di gusto e di slancio, che vedeva disertare la sua scuola ed affollare quella del Monti, si sfogava in insipidi epigrammi, ai quali il buon genovese opponeva dignitoso silenzio⁴²⁸. ⁴²⁸ A. Gallo, in Poesie scelte di M. Monti, p. X, Palermo, 1839.