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E stradetta e cavalli menavano al sicuro. Incominciò Guidello: Dacchè suono la maledetta, vi dico, Ingo, che non mi parve mai mi tormentasse le labbra come stassera, sulla scalea. Sapete: ieri a mattina, abbiamo pubblicato il bando al castello d'Ildebrandino; a basso, al ponte levatoio di Baldo; l'altro ieri a vespro, alla piazza di Aginaldo. Che si è raccolto?

A questo punto anche mastro Ingo entrò interlocutore: Cavaliero potentissimo, mio padrone, vi dico che qui ai vostri comandi scrivo quanti malefizi volete, ma quando tirano cert'arie ai quattro venti.... Gridò il signore: su, Guidello. E l'araldo: Vi dico: vidi l'Aimone d'Oldrado, con quel ceffo di cane rabbioso!

Dopo aver letto sono tubae il bando pasquale ai vassalli, l'araldo Guidello e il chierico Ingo, poco lieti delle mancie ricevute, si allontanano così: "E mossero giù dalla scalea della chiesa. La piazzuola della curte era deserta. Essi presero ad uscire dalla viuzza fiancheggiata dalle casucce dei montanari, oggi boscaiuoli, domani alle giornate d'armi, sempre poveri e sempre irosi. Intorno all'edera frusciavano con volo tortuoso le nottole; gli usci erano chiusi, gli arconcelli delle finestre lucenti di strisce rosse dal sotto in su, che venivano dai focolari posti in mezzo alle stanze; sullo sfondo si vedeva una montagna gi

E quello: Fate da cavaliero cristiano! Sono sul sagrato! Era Ingo difatti sotto una finestra della cappella.

Finita la messa, Adalberto si alzò, e fece cenno al maestro Ingo, il quale spiegò una pergamena: Guidello, divisato coi colori del suo signore, entrò, recando bastone e tromba, e su quello legò il bando pubblicato la settimana prima: poi si pose dietro il seggio di Adalberto.

L'astrologo non sa suggerirmi.... Ingo, dite, e i greci? I greci furono popolo artistico e coltissimo. Avete rotoli vecchi di quelli? Messere, se vorrei averne! Ci fu Platone che scrisse degli Dei, come se li vedesse, ci fu Aristotele che disse tanto dell'anima, quanto un dottore di santa madre chiesa, ci fu Socrate che morì, bevendo il veleno con tanta filosofia....

L'astrologo è diventato un fanciullo. E perchè non vi abbiate a pentire, Ingo, d'avere due soli occhi, vi do di che allegrarli a saziet

Un manoscritto che mi costò un anno di lavoro nella cella, ma riuscì così nitido, così corretto, a facciuole di santi e di beati, che sono cose da mettere su un altare, se quel sommo non fosse pagano, e l'anima dannata, com'è! Non sapevano farlo bere agli altri! risolse Adalberto: Ingo, io vorrei un greco, un latino, o un dimonio che fosse diverso da quel vostro filosofo stupendo. Ho capito.

Il signore di Auriate, quando furono introdotti nella sua sala della torre Guidello ed Ingo, si levò impazientissimo, interrogando: E così, araldo? Con la grazia somma rispose Guidello: io ho salve l'ossa, voi la onoratezza di cavaliero. Come andò? Il sagrato ci parve una benedizione del cielo: spiegai il bando e diedi l'avviso. Chi accorse? Venne Ugo? Messere , c'era Ugo. Dunque?

Ingo, fu come l'uragano nella tromba, contro ai dannati nella Spagna e contro ai miscredenti in Terrasanta, a fianco del padre di messere Adalberto, il cavaliero Brunone. Requiem in pace! A fianco del cavaliero Brunone, lo dicevano della stirpe di Tubalcain. Santa Maria! Quella era voce del padre mio! Quella ci voleva adesso l