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Dopo aver letto sono tubae il bando pasquale ai vassalli, l'araldo Guidello e il chierico Ingo, poco lieti delle mancie ricevute, si allontanano così: "E mossero giù dalla scalea della chiesa. La piazzuola della curte era deserta. Essi presero ad uscire dalla viuzza fiancheggiata dalle casucce dei montanari, oggi boscaiuoli, domani alle giornate d'armi, sempre poveri e sempre irosi. Intorno all'edera frusciavano con volo tortuoso le nottole; gli usci erano chiusi, gli arconcelli delle finestre lucenti di strisce rosse dal sotto in su, che venivano dai focolari posti in mezzo alle stanze; sullo sfondo si vedeva una montagna gi

Presto capito, e presto fatto con l'aiuto del mio santo protettore. Dunque c'era Ugo. E disse? Nessuno dei cavalieri parlò. IL bando fu pubblicato a tutte le castella? Messere . Senti, Guidello, tienti bene nutrito e conserva buon petto. Orvìa e messere prese una borsa dal tavolaccio: La gola è asciutta: a voi.

A questo punto anche mastro Ingo entrò interlocutore: Cavaliero potentissimo, mio padrone, vi dico che qui ai vostri comandi scrivo quanti malefizi volete, ma quando tirano cert'arie ai quattro venti.... Gridò il signore: su, Guidello. E l'araldo: Vi dico: vidi l'Aimone d'Oldrado, con quel ceffo di cane rabbioso!

Guidello si chinò, dicendo: Tromba di rame perchè raccolse poche monete: acconciò il cordone con un nodo alla militare, in guisa che gli si attraversasse alla schiena la tromba e il drappo sventolasse come un mantelletto, tolse la pergamena dal bastone, la fece a rotolo, e la consegnò al chierico. Questi interrogò: Guidello? L'araldo rispose: Non si guadagna nemmeno il fiato.

I due, alla parola del saluzzese che era di guardia, risposero come il motto d'ordine portava quel : entrarono, salirono una scala, e, trovato in capo a un corritoio un paggetto, il quale sonnecchiava su un archipanco, Guidello domandò: Filippuccio, ne attende il nostro signore?

Il signore di Auriate, quando furono introdotti nella sua sala della torre Guidello ed Ingo, si levò impazientissimo, interrogando: E così, araldo? Con la grazia somma rispose Guidello: io ho salve l'ossa, voi la onoratezza di cavaliero. Come andò? Il sagrato ci parve una benedizione del cielo: spiegai il bando e diedi l'avviso. Chi accorse? Venne Ugo? Messere , c'era Ugo. Dunque?

Sulla piazza della curte di *, di messer Ugo cavaliero, conte di Lanciasalda, sui monti di Saluzzo, ad ora di vespro, Guidello, trombetto e araldo dell'eccellentissimo signore Adalberto, conte di Auriate, lesse il bando pasquale: e così: "Avvicinandosi il giorno di Pasqua di Resurrezione, ed il nostro illustre signore desiderando partecipare coi vassalli dell'inclita signorìa la grazia, il gaudio, la letizia avuta e concessa dall'onnipotente Signore Iddio, in questo per la solennit

Messere l'araldo sapeva suonare con voce dolcissima o squarciata: Guidello proprio avrebbe voluto essere a fianco del padre, tra un'oste poderosa, e dare alle trombe il fragore delle petriere, curve le travi sotto ai pesantissimi massi. Ma , ma ! Altro che il cappuccio aguzzo a vece di pennacchio da cavaliero: altro che il bastone d'araldo in luogo di un buon lanciotto!

All'amen Guidello aggiunse con solennit

Dunque, Guidello lo afferro alla gola... Andate da vostro zio e ditegli che, facendo come fate voi, non si guadagnano più gli speroni d'oro. Croce di Dio! chi diede ordini così? A chi si obbedisce?