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Scomparso il Sultano, si confusero le due schiere dei grandi personaggi, e vennero verso di noi Sid-Mussa, i suoi figliuoli, i suoi ufficiali, il ministro della guerra, il ministro delle finanze, il gran sceriffo Bacali, il grande cerimoniere, i più grossi pezzi della corte, sorridendo, vociando, agitando le braccia in segno di festa. Poco dopo, avendo Sid-Mussa invitato l'Ambasciatore a riposarsi in un giardino del Sultano, si montò tutti a cavallo, si attraversò la piazza, s'infilò la stradicciuola misteriosa e s'entrò nell'augusto recinto del quartiere imperiale. Vicoli fiancheggiati da alti muri, piazzette, cortili, case in rovina, case in costruzione, porte ad arco, corridoi, giardinetti, piccole moschee, un labirinto da perderci il capo, e per tutto operai affaccendati, schiere di servi, sentinelle armate, e qualche viso di schiava dietro le inferriate delle finestre e agli spiragli delle porte: non si vide altro. Non un edifizio di bella apparenza, altra cosa, fuor delle guardie, che indicasse l'abitazione d'un Monarca. Entrammo in un giardino vasto ed incolto, tutto viali ombrosi incrociati ad angolo retto e chiuso da mura altissime come il giardino d'un convento, e di l

Il fabbricato sorgeva immediatamente fuori del paese, e stendeva la sua ombra sur una piccola spianata selciata con ciottoli: era un vecchio monastero in rovina, con le sue inferriate inginocchiate, e il portone a angolo acuto. Il Capitano lo girò e rigirò, fermandosi di tratto in tratto a guardarlo attentamente, come se dovesse comprarlo. Era una sua bravazzata.

La visita al palazzo interessò vivamente Loreta. Il gastaldo, visto appena il professore, era venuto con molta premura a porsi agli ordini degli ospiti e gli aveva guidati nel giro dell'edificio. Avevano percorso ad una ad una tutte le vaste sale dai soffitti affrescati, arredate di antichi mobili massicci recanti lo stemma del casato; eran saliti per le ripide scale a chiocciola negli stanzoni delle due torri, nudi, spogli, freddi per l'aria frizzante che entrava dalle finestre ogivali, munite di grosse inferriate. Poi, più a lungo, eransi fermati in un salotto, nell'ala meridionale della fabbrica, ricco di particolare interesse per le molte curiosit

La povera vergine, esterrefatta dall'atrocissima visione, si rinversò con abbandono ai piedi dell'altare. Non sia vero! Fu scossa. Di nuovo la voce: Balestrate fuoco nelle finestre! E un'altra: Sulle vetriere c'è su dipinta la croce: è la cappella. Ancora la prima: Sconficcate le inferriate!

Per un'altra postierla, aperta traverso un muro grosso come di castello; si poteva entrare dal chiostro nella cucina: e il visitatore stupiva dell'ampiezza inaspettata di questa. Faceva contrasto l'angustia delle finestre, munite di sode inferriate, le quali colla poca luce che mettevano dentro, davano un aspetto tetro alla vòlta e alle pareti, tralucenti pel fumo venutosi aggrumando a guisa di vernice nerissima: e più di tutto dava nell'occhio la smisurata cappa del camino, la quale aveva l'aria d'un mostro, che spalancasse la gola a divorare l

Gli entusiasmi per la quinta camerata non potevano durare a lungo. Chiudetemi in un salotto elegante con le inferriate a scacchi e il cancello di ferro, e vedrete che in pochi giorni i mobili mi diventeranno odiosi e l'ambiente senza uscita mi incendier

Non si raccontava, per esempio, che il Paganini aveva assassinato una donna; non si vendeva per le piazze un lamento, stampato in foglietti volanti, e le cui strofe erano sormontate da una grossolana incisione, che rappresentava il Paganini, affacciato alle inferriate della prigione?

La povera vergine, esterrefatta dall'atrocissima visione, si rinversò con abbandono ai piedi dell'altare. Non sia vero! Fu scossa. Di nuovo la voce: Balestrate fuoco nelle finestre! E un'altra: Sulle vetriere c'è su dipinta la croce: è la cappella. Ancora la prima: Sconficcate le inferriate!

Abitavano da vent'anni in quel quartiere, che rassomigliava a tanti altri, ove dimorano tuttodì le famiglie popolane, quando guadagnansi da vivere per la via del lavoro non avvilito. Queste buone e sconosciute famiglie fanno la più gran parte della nostra popolazione; e in mezzo a loro si nascondono tante umili e vere virtù, tanti sagrificj, tante prove di coraggio, d'onore, di patimento e di grandezza! E così crescono di continuo all'industria, alle arti, al piccolo commercio, a' mestieri i più comuni e i più neccessarii tante creature che nella loro vita non vedranno forse il sole se non attraverso le grosse inferriate del fondaco, e dell'officina, o sul limitare della bottega, o dietro una finestra da' piccoli vetri verdastri; così nascono e muojono, oppressi dalla moltitudine che loro si agita d'intorno, dalla crescente tirannia del bisogno, consunti dall'impeto di tanti cari e nobili affetti soffocati nel cuore, dalla mancanza di spazio, d'aria, di cielo, mietuti innanzi tempo dalla ferrea neccessit

I tumulti del settembre 1773³⁰³ spinsero una turba di efferati fra le più scure tane di questo carcere; ruppero inferriate, sbrandellarono le divise del boia, ridussero in frantumi i ferali strumenti, e portaron via il più odioso ricordo del triste albergo, una pila in pietra, che ogni siciliano nominava con terrore, oggetto della più brutta imprecazione: Chi putissi vidiri la pila! come per dire: Che tu possa andare in galera!³⁰⁴.