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Dunque un tuo libro battezzar si vuole di fabbro una bottega o legnaiuolo. Deh! canta autunni e tempi e luna e sole, e crediti a tua posta un usignuolo; dedica, imprimi, a tuo modo ti regola; ma tu mi par stizzita una pettegola. Gl'impostori scrittor d'allora in caldo appiccorno question co' buon scrittori.

E tu che le cose gentili e le forti imprimi sicuro nel marmo, gradirai, se non altro, le buone intenzioni, che io, scultore a mio modo, pongo oggi sotto il patrocinio della tua cara amicizia. Nel quale si narra di due viaggiatori che amavano saper molto e dir poco.

Tu che sei tutto amor, la sacra stampa Della natura tua nell'uomo imprimi: Gagliardo sprone e inestinguibil lampa Tu sei di tutti aneliti sublimi. Tu godi quindi se il mio spirto avvampa Per que' tuoi fidi che in virtù son primi: Tu godi se fra lor taluni eleggo, E nel lor santo oprar meglio ti veggo.

Oh nel moltiplicar tuoi benefici, Ricca d'industrie amabili e sublimi, Religïon che a' tuoi sinceri amici Con söavi grazie amore esprimi! Religïon, che pur ne' tuoi nemici A lor dispetto meraviglia imprimi! Religïon d'imperscrutati veri, Bella in tuoi grandi lampi e in tuoi misteri!

E Tu, ch'alto adoprando, ampio sentiero T'appresti, o CARLO, a le magion stellanti, Mentre pur sali, e nel vïaggio altiero Belle orme imprimi, odine lieto i canti; Non perchè 'l corso del real pensiero Spronar tu deggia del grand'Avo ai vanti; Non è mestier: così spedito, e franco Voli a le mete eterne unqua non stanco.

fatto apparve intra virtù sublimi Il sangue tuo: dietro belle scorte Sul calcato sentier vestigia imprimi, Che del ciel giungerai dentro le porte; Servire a Dio sieno i pensier tuoi primi, Poi fatti caro a la superna corte; I Santi inverso voi tengono i guardi Per lo vostro soccorso unqua non tardi.

Movi, Sangario, e ne l'orribil sorte Salda la fede, e l'arti tue sian pronte; Ed imprimi quei segni, onde sei forte Scotere i campi, e di Cocito il fonte; Rimira, ch'Ottoman sen corre a morte: Deh togli a l'Asia e le miserie e l'onte, E ti caglia di me, cui si riserba Più ch'ad altro mortal miseria acerba.