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E non sapevano mica che io dovessi spicciarmi così presto lassù. Ero una bestia io, e un pochino anche voi, Tecla, colle vostre intemerate. Grazie del complimento! E qui mastro Pasquale, fattosi tutto zucchero, si avvicinò per farle una carezza. Ma Tecla gli rispose con una alzata di spalle. Vedete che grazietta! disse il vecchio legnaiuolo tra , in quella che scendeva le scale.

Però in villa ci andiamo, non è vero, Maria? chiese colla sua grazietta Giannina, la bimba più piccola. In villa? disse Maria. Non è una villa la nostra, ma una povera casetta di campagna. Se Elisa raccontò ad Angiolina Merli che avevamo una bella villa, con un bel giardino!... Sempre le tue solite fanfaronate, disse Maria rivolgendosi con accento severo ad Elisa.

Giacomo la guardava sorridendo, e taceva sempre. Ditelo subito, subito! E Lalla aggrottava le ciglia in tono imperativo, con una grazietta incantevole. Sei il mio angelo. Non hai detto angelo alle altre?... mai?... mai, Nino mio? No... ma... Che cosa ma? Volevo dire che... lo saresti un po' più, se tu lo fossi un po' meno. Mi spiego? Sta zittino... subito!... non si dicono queste brutte cose!

La Baby rideva, indovinando i pensieri del Santasillia, e si godeva mostrarsi tenera, affettuosa verso suo marito; e quando il cugino guardava il ritratto così fissamente, ella esclamava con una grazietta piena di moine che «il suo Giuliano era molto più belloChe diritto aveva quel lunatico, pensava la Baby stizzita, d'essere geloso di suo marito?

Vuol dire che la Sicilia Cavalleria Rusticana, nella quale si può riassumere la macchietta, il bozzetto e la novella, era una Sicilia esercitazione letteraria, quindi retorica nel metodo, e nel fine una Sicilia d'osservazione in prima pelle, in quanto si presta alla grazietta accademica e nulla più: di maniera.

No no; venga domattina alle dieci da me a far colazione, e riparleremo insieme di quello che vorrebbe la mamma... badi, professore, non manchi,... l'aspetto: gli rispose con una grazietta che innamorava; e il professore se ne andò consolato, sperando bene.

A Roma, dove da tempo avevano stabilito di passare l'inverno, la contessa Della Valle spiccò non poco per la sua grazietta attraente, pei grandi occhi vellutati, per lo spirito fine, per la bella personcina sottile e flessuosa, per il sorriso a volte timido e modesto, a volte birichino, e per il tutt'insieme nobile e signorile.

La Contessina si teneva sempre appoggiata al braccio di Andrea, stringendosi a lui più forte quando erano urtati dalla folla; a volte trascinandolo un poco per cercar di passare in mezzo alla gente, e a volte fermandolo all'improvviso, per fargli ammirare una mostra. E Andrea sentiva le scosse e i sussulti, e sorrideva ai vivaci atteggiamenti della vaga donnina, che aveva una parola per tutti, per tutti uno scherzo, sempre a proposito e sempre ammodo. Ma per altro, con que' suoi occhi grandi e miti da bambina buona, con quella grazietta affettuosa, e mentre pareva tutta compresa da una festivit

Vivendo un po' di tempo in un gran magazzino di mode, ha imparato il savoir faire di trattare colla gente e una grazietta un po' biricchina, che le mette due fossette sulle gote e una sul mento quando ride. Ha poi dei dentini meravigliosi, bianchi e piccini come grani di riso.