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Un gorgoglio s'affoltò nella gola di Drollino. Ma egli, con uno sforzo supremo, mormorò ancora una parola: Si ricordi!... Poi tacque, cessò di guardar Giuliano, e adagiò il capo sui guanciali. Passò un minuto prima che il Duca trovasse la forza di uscire. Sulla soglia della cascina s'imbattè col dottore. Sta male, eh! quel poveraccio? chiese il medico, vedendo il viso alterato di Giuliano.

In compenso per tutto fresco, per tutto gorgoglío d'acqua, un'ombra, una fragranza, un non so che di molle e di voluttuoso nelle linee, nei colori, nella luce, nell'aria, che faceva sorridere e pensare. Tutto l'edifizio era circondato da un muro altissimo, e intorno al muro si stendeva un labirinto di stradicciuole deserte.

Viva l'imperator! disse il canuto Veterano: e baciò stretta nel pugno La mercede che a lor frutta la gloria. Essa diceva il suo dolor. La voce Scaturiva dal cor come un gorgoglio D'acque interrotte, che fan specchio al piede D'una pallida Niobe di marmo.

Ma tutti avevano il caratteristico soprabecco bianco imbottito dei colombi viaggiatori. Vuruvuru curru guruu guruu guruu. Certo godevano i sottilissimi profumi muschiati e il gorgoglio di quel ruscello, ma non si illudevano.

Chi è in difetto è in sospetto: Sciaverio fece un balzo come se nell'aprir gli occhi avesse visto gli sbirri, e tutto arruffato e stravolto, saltò alla gola di mastro Vanni. Compare.... Scia.... gorgogliò il vecchio quasi soffocato, afferrandolo per le braccia, compare Scia.... verio, son io.... che diavolo fate....

Poi succede un vasto silenzio; il gorgoglìo del torrente si fa più cupo, più roco: le vette vicine si mettono il cappuccio grigio: e vien giù un'acqueruggiola diacciata che spicca dagli alberi l'ultime foglie, gli ultimi boccioli dischiusi alla fallace lusinga di un estremo sorriso di sole estivo.

L’infermo bevve; e i sorsi scendevano nella gola con un gorgoglio, a uno a uno, distinti, regolari. Poi successe un silenzio. E l’infermo parve preso da sopore: tutta la faccia gli si fece più cava; ombre più profonde, quasi nere, gli occuparono le occhiaie, le guance, le narici, la gola. Donna Laura si accommiatò dall’amica; se ne andò, trattenendo il respiro, pianamente.

Dio!... Giovanni!... Giovanni mio!... balbetta pallido, allibito Matteo Cantasirena. E lo solleva a stento, lo porta, trascinandolo, sul canapè. Nora, rimane immobile, muta. Il Casalbara aveva gli occhi sempre aperti, fissi, sbarrati: dal naso, dalla fronte gli gocciolava il sangue: il respiro rantoloso gli portava un gorgoglio di schiuma bianca, sulla bocca storta, contratta.

Egli volle rispondere, ma non potè subito; e solo un gorgoglio confuso gli uscì dalla strozza. Si lasciò cadere su uno sgabellotto che era l

Gli uomini guastano tutto osservò sentenziosamente Ferrante. approvò lei, chinando il capo. La gondola andava lentamente, fra il gorgoglìo delle acque smosse; a un certo punto, lasciando il Canal Grande, infilò un piccolo canale, fra due alti palazzi grigio-verdastri. Così faceva sempre il gondoliero che li conduceva in giro, senza chieder loro dove volessero andare.