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Madlen, inquieta, parlava con l’altra sottovoce, sottovoce... Cosa diceva non so. La sua calda bocca, un po’ crudele, un po’ amara, le sue narici sottili come le fenditure dei bóccioli, vellutate come l’addome delle vespe, mobili ed ebbre, quasichè fiutassero un profumo troppo forte, si andavano avvicinando, avvicinando alla bocca di Litzine...
Un febbraio mite moriva blandamente sulla campagna inglese, quando marzo irruppe con urli di vento e scrosciar di pioggie. Respinse i diffidenti boccioli e il trepido verdeggiare; e via, fischiando per le lande villanamente, se ne andò. La stagione si fermò, timida e intirizzita. Una mattina, ecco Primavera far capolino sopra le siepi.
Poi succede un vasto silenzio; il gorgoglìo del torrente si fa più cupo, più roco: le vette vicine si mettono il cappuccio grigio: e vien giù un'acqueruggiola diacciata che spicca dagli alberi l'ultime foglie, gli ultimi boccioli dischiusi alla fallace lusinga di un estremo sorriso di sole estivo.
I mandorli fioriti allargavano le braccia, i boccioli dei peschi punteggiavano, nella freschezza rosea di labbra dischiuse, i loro ramoscelli privi ancora di foglie; e delle goccie sparse, rugiada, gomma, lacrime misteriose della natura, luccicavano sopra il verde tenero, frammiste ai fili d'argento che gli aracnidi sospendevano da ramo a ramo.
Parola Del Giorno
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