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Non per aver a se' di bene acquisto, ch'esser non puo`, ma perche' suo splendore potesse, risplendendo, dir "Subsisto", in sua etternita` di tempo fore, fuor d'ogne altro comprender, come i piacque, s'aperse in nuovi amor l'etterno amore. Ne' prima quasi torpente si giacque; che' ne' prima ne' poscia procedette lo discorrer di Dio sovra quest'acque.

quando Virgilio incominciò: «Amore, acceso di virtù, sempre altro accese, pur che la fiamma sua paresse fore; onde da l’ora che tra noi discese nel limbo de lo ’nferno Giovenale, che la tua affezion mi palese, mia benvoglienza inverso te fu quale più strinse mai di non vista persona, ch’or mi parran corte queste scale.

Signor nel cui divino alto valore tanto si gloria l'una Gallia altera, e l'altra tutta mesta e afflitta spera por fin a l'aspro suo grave dolore, poscia che voi tornando, il suo splendore torna e fa bella Roma: ecco la sparsa chioma, ella v'accoglie lieta, e manda fore, voci gioconde a asciuga gli occhi molli, e Tornon grida 'l Tebro e i sette colli.

Tu te n'andrai con questo antivedere: se nel mio mormorar prendesti errore, dichiareranti ancor le cose vere. Ma di` s'i' veggio qui colui che fore trasse le nove rime, cominciando 'Donne ch'avete intelletto d'amore'>>. E io a lui: <<I' mi son un che, quando Amor mi spira, noto, e a quel modo ch'e' ditta dentro vo significando>>.

con atto e voce di spedito duce ricomincio`: <<Noi siamo usciti fore del maggior corpo al ciel ch'e` pura luce: luce intellettual, piena d'amore; amor di vero ben, pien di letizia; letizia che trascende ogne dolzore. Qui vederai l'una e l'altra milizia di paradiso, e l'una in quelli aspetti che tu vedrai a l'ultima giustizia>>.

ne' pur le creature che son fore d'intelligenza quest'arco saetta ma quelle c'hanno intelletto e amore. La provedenza, che cotanto assetta, del suo lume fa 'l ciel sempre quieto nel qual si volge quel c'ha maggior fretta; e ora li`, come a sito decreto, cen porta la virtu` di quella corda che cio` che scocca drizza in segno lieto.

pur le creature che son fore d’intelligenza quest’ arco saetta, ma quelle c’hanno intelletto e amore. La provedenza, che cotanto assetta, del suo lume fa ’l ciel sempre quïeto nel qual si volge quel c’ha maggior fretta; e ora , come a sito decreto, cen porta la virtù di quella corda che ciò che scocca drizza in segno lieto.

quando Virgilio incominciò: «Amore, acceso di virtù, sempre altro accese, pur che la fiamma sua paresse fore; onde da l’ora che tra noi discese nel limbo de lo ’nferno Giovenale, che la tua affezion mi palese, mia benvoglienza inverso te fu quale più strinse mai di non vista persona, ch’or mi parran corte queste scale.

Tu te n'andrai con questo antivedere: se nel mio mormorar prendesti errore, dichiareranti ancor le cose vere. Ma di` s'i' veggio qui colui che fore trasse le nove rime, cominciando 'Donne ch'avete intelletto d'amore'>>. E io a lui: <<I' mi son un che, quando Amor mi spira, noto, e a quel modo ch'e' ditta dentro vo significando>>.

come quello che penando more Narrerò del mio stratio il tristo effectto Passando un giorno come volse Amore Nanti il tuo bello, ma spietato aspetto Restai de sentimento e spirto fore E ne' tuoi lacci ah cruda involto e stretto E credendo mi far il più giocondo Mi gettai dalla cima nel profondo.