United States or Trinidad and Tobago ? Vote for the TOP Country of the Week !


Tua madre ha ragione, soggiunse Bissi, scuotendomi per un braccio un po' rudemente. Mi rizzai, trassi un lungo respiro, stringendo i pugni, chiudendo gli occhi, facendo stridere i denti: poi, riscossomi, gettai le braccia al collo di mia madre, quasi singhiozzando: Mamma, perdonami! Mamma! Ti comprendo, Dario. Ma che cosa possiamo farci? Non c'è rimedio. Oh! Nessuno poteva comprendermi.

Con questi occhi ho veduto! ? La libidine della carne si mescolava a quella dell'oltraggio: a vicenda si rinfocolavano, nel satanico connubio. Appena svoltato, gettai avidamente uno sguardo al breve tratto di strada che mi separava dalla casetta, e alle finestre. E provai una gioia amara nel veder tutto deserto, tutto buio.

Inoltrai cautamente; levai la lucerna dal cassettone e la posai sulla tavola; mi tolsi il soprabito, il cappello, e gettai i guanti per terra; cominciavo a snodarmi la cravatta, quando un lieve romore mi fece volger la testa. Lidia, appoggiato un gomito sul letto e stringendo coll'altra mano un bracciuolo della poltrona, mi guardava fissa da qualche istante. Buon giorno! le dissi.

Accesi il sigaro, mi gettai sul letto senza speranza a meditare sulla vanit

Agitato nel profondo, io mi condussi solo all'adunanza; e come soglio, mi posi in disparte oscuro osservatore di quello che avveniva. Gettai uno sguardo sopra la schiera dei fanciulli quivi raccolti per ricevere i premii: e o sia che la impressione delle parole di Ascanio durasse, o fosse veramente così, non vidi mai sembianze più somiglievoli tra loro, tanto stupide. Il mio pensiero trascorse a quei giardini ove i mirti e gli allori appaiono tagliati a guisa di muraglie verdi per cui gli uccelli non vedendo rami verdi e arieggiati fuggono via, gli amanti aborrono coteste ombre mute, e gli altri tutti immaginano passeggiare pei corridori di un convento, non gi

Uscitone in tal guisa pel rotto della cuffia, gettai gli occhi sulla folla per conoscere l'impressione che vi avevano prodotto le mie parole. Il disordine si era in parte rinnovato; non era precisamente lo stesso scompiglio, la stessa disapprovazione plateale di prima; ma poco meno.

Gettai il libro di Gian Luigi, d'un tratto; mi levai, mi diressi all'uscio che metteva nel salotto: volevo pregar la donna di non più tormentarmi.... Di non più tormentarmi? Ella m'avrebbe giudicato pazzo; che tormento mi dava?...

Un istante gettai la penna e volli correre a lei, ma l'incanto omai era sciolto; e non mi era più possibile di calpestare l'onore e l'amicizia che si frapponevano fra noi. Se prima, cieco ed impetuoso, meritavo perdono, ora ipocrita e consciamente colpevole, avrei meritato disprezzo.

«Er regno de preti è finito»! Non è la maniera «de» metter la gente in mala vista dei forestieri! Non è vero.... il giuramento.... si resta senza pane.... È finito! Ci rivedremo! Giù le code! Non è vero! Andate! Andate, che il diavolo vi porti! E chiusa in furia la porta mi gettai sul seggiolone esclamando: Pace! Pace, O esacerbati spiriti fraterni! Ah, buon Dio!

Non scorderò così presto il ceffo d’un venditore di dolciumi, tutto butterato dal vaiuolo e rôso da un principio di lupus, il quale alzava davanti a noi un suo largo piatto di zinco, dov’erano pezzi di torrone, frutti canditi e semi di zucca salati. Gli gettai qualche moneta perchè se n’andasse.