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Appresso, partitosi Iulio Proculo, il quale fu bisnipote di Iulio Silvio e di Romulo, re d'Alba, e discendente, come detto è, d'Enea, e venutosene con Romolo ad abitare a Roma; quivi fondò la famiglia de' Giuli secondo che Eusebio, in libro Temporum, dice: li quali poi in Roma, per continue successioni perseverando, infino a Gaio Iulio Cesare pervennero.

³² Idem, 1, 527, 10 sg. All’influenza di Libanio un’altra si aggiungeva ancor più efficace, ed era quella dei filosofi neoplatonici, Edesio, Crisanzio, Eusebio, Massimo, il più importante di tutti, i quali vivevano in Nicomedia o in altre non lontane citt

Questa educazione, che doveva lasciar tracce profonde nell’animo impressionabile del fanciullo, fu presto interrotta. Morto, nel 342, il vescovo Eusebio che aveva l’ufficiale sorveglianza del piccolo principe, sorveglianza, del resto, da lui esercitata in modo affatto superficiale, così da non accorgersi che il pedagogo segretamente piegava l’animo dell’allievo all’antipatia pel Cristianesimo, l’imperatore, pauroso, fors’anche, di veder sorgere un rivale nel fanciullo che cresceva sotto gli occhi di tutti, nella capitale dell’impero, lo mandava insieme al fratello Gallo, salvato, lui pure, dall’eccidio dei Costantiniani, in una specie di reclusione, in un solitario castello della Cappadocia, chiamato Macello, descritto dallo storico ecclesiastico Sozomene come un luogo di delizie²². I due giovanetti vissero sei anni in quel ritiro, circondati da schiere di servi, ma fuori affatto del movimento intellettuale e politico del mondo. Giuliano ricorda quegli anni con grande amarezza nel suo discorso agli Ateniesi. «Che dirò io di quei sei anni, passati in un podere altrui, senza che nessun estraneo potesse avvicinarsi a noi, o che potesse avvicinarci alcuno dei nostri antichi conoscenti? Vivevamo esclusi da ogni efficace insegnamento, da ogni libera conversazione, nutriti fra lo splendore dei servizi domestici, ma costretti ad esercitarci coi nostri servi, come se fossero nostri compagni, poichè nessun nostro coetaneo era ammesso vicino a noi»²³. Giuliano osserva che, mentre suo fratello Gallo, in conseguenza delle abitudini, prese in quel soggiorno, divenne rozzo e violento, egli fu salvato dal germe di filosofia, e vuol dire di dottrina ellenica, che gi

Rufino il quale, come dissi, era più vicino a Giuliano, scrisse la continuazione della storia ecclesiastica di Eusebio e la condusse fino al 395. Il suo racconto della reazione di Giuliano è breve ed incompleto. Ma è scritto con uno spirito di relativa tolleranza, e pare che egli non conoscesse, o, se li conosceva, non ha seguiti, i giudizi del terribile Gregorio.

Le figure più salienti di quella scuola erano Massimo, Eusebio, Crisanzio e Prisco. Il primo, al dire di Eunapio che, giovanetto, aveva conosciuto Massimo gi

Costanzo, successo al padre nell’impero d’Oriente, sentì che la forza maggiore era dalla parte degli Ariani, ed, essendo assai più libero di suo padre, perchè non compromesso, come lui, nella deliberazione di Nicea, non esitò di seguire i consigli di Eusebio, da lui chiamato, da Nicomedia, alla sede di Costantinopoli, ed esigliò Atanasio da Alessandria. Ma la teologia degli imperatori era dominata dalle necessit

Durante questi tragici avvenimenti, il piccolo Giuliano cresceva a Costantinopoli, presso la famiglia materna, educato, come narra Ammiano, sotto la direzione del vescovo Eusebio di cui era lontano parente¹⁶. Se non che, assai più che l’influenza del vescovo, sentì quella del pedagogo a cui fu affidato all’et

L'esercito piemontese, forte di circa 60 mila uomini, era diviso in due corpi d'armata, il primo era comandato dal generale Eusebio Bava; il secondo dal generale Ettore De Sonnaz; a capo dell'artiglieria era il Duca di Genova, e d'una terza Colonna era comandante il principe ereditario Vittorio Emanuele.

Menzogna il battesimo di Costantino a Roma per mano di Papa Silvestro, mentre il battesimo l'ebbe in punto di morte in Nicomedia da Eusebio da Cesarea vescovo di cotesta citt

Heu! fuge crudeles domnas, fuge litus avarum. Sant'Agostino ha detto... Che cosa ha più detto Sant'Agostino? A raccapezzarsi, in tutta la roba che ha scritto! Insomma, sappi che ne ha detto corna, e Tertulliano, ed Eusebio, e Prudenzio e Fidenziano del pari. Origène, che le conosceva a fondo, Origène, dico... , raccontaci un po' la burletta!