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Esso dice e proseguita e pruova la divina teologia usare le poetiche fizioni, dicendo intra l'altre cose cosí: «Etenim valde artificialiter theologia poëticis sacris formationibus, in non figuratis intellectibus usa est, nostram, ut dictum est, animam relevans, et ipsi propria et coniecturali reductione providens, et ad ipsum reformans anagogicas sanctas Scripturas»; ed altre cose ancora assai, le quali a questa somma seguitano.

Non è il logos creatore, ma il logos redentore che ispira la teologia d’Ireneo e di Tertulliano.

«Noi si studiava, ma la nostra mente faceva mille progetti per concorrere a liberare il nostro paese, ognuno di noi sognava d'essere un eroe e di riuscire in qualche impresa ardita da far tremare quelli che ci opprimevano; fra una lezione di latino e di teologia si scrivevano dei versi nei quali s'invocava l'angelo sterminatore che sperdesse i nostri nemici. Quando poi si seppe che Pio IX, il nostro pontefice, favoriva la libert

Onde per la contemplatione della teologia, cioè della divina scrittura, allato di lei, si come simile permanendo si pone. Non odi tu la piet

Il testo latino ha delectatio morosa, che, essendo un termine tecnico della Teologia morale, si suole anche tradurre in italiano letteralmente colle parole dilettazione morosa. Noi in testa al presente articolo, lo traducemmo colle parole: Diletti voluttuosi del pensiero.

La teologia, la liturgia, tutti i varî elementi della coscienza religiosa e dell'istituto ecclesiastico romano debbono essere ammessi, come ogni altra fede, a un giudizio sereno che ne riguardi i titoli e il valore. La storia di Roma deve essere esaminata con occhio imparziale, come un grande e magnifico frutto della cultura umana; la religione stessa cattolica, l

Vuoi piaceri? vuoi spassi? vuoi pompe? qui non hai che a desiderare. Vuoi conoscenze di letterati? vedi quanti poeti provenzali; vedi quel che tutti li vale, il gran Petrarca. Vuoi discussioni fine e puntigliose di teologia e di erudizione sterminata? ti farò conoscere il monaco calabrese Barlaamo, quel che insegnò il greco al Boccaccio.

Papa? interruppe monsignore ghignando. Monsignore, io conosco tal figliuolo di beccaio, il quale non seppe altro che la sua piccola teologia, ed ancora! Ebbene quel garzone si fe' vescovo. Vostro padre, il beccaio, valeva bene, io mi penso, il mio che era sarto.

«Gli scrittori di teologia morale Dice Benedetto XIV, Ist. 75 con unanime giudizio affermano che non commettono peccato alcuno coloro che si danno alla danza.... Ma i S. Padri invece proclamano che le danze nuocono perchè invitano al peccato

Si vede subito che qui neanche di straforo ci entra la politica e la teologia; perchè, anche per semplici allusioni il Re Dio dovevano esser nominati: qualche cosa di meno del parum de principe, nihil de Deo.