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Figliuoli miei, ma come volete, che si compiaccia il Guerrazzi dell'odio, e non sapete che quando si fabbrica un ingegno l'Amore ci mette più che mezza la sostanza di suo?

Scienza, a crëare insegnami Un'erba od un insetto; A discerner le cause Dell'odio e dell'affetto; A indovinar l'incognito Principio della creta; Scienza, dei mondi apprendimi la meta! Ed io, fervente apostolo E adorator dell'arte, Verrò a chiedere l'estasi Alle tue dotte carte, E vestirò coi fascini D'un eterno poëma La soluzione del vital problema!

Del resto io t'assicuro che un simil fatto ha prodotto in me assai più meraviglia che altro; chè io avrei temuto bensì ogni peggior cosa dal Lautrec, ma da lui medesimo, a corpo a corpo, stimandolo sin qui, come tutto il mondo ancora lo stima, tanto onorato quanto feroce. Ben è vero che la forza dell'odio è prepotente, e può bene avergli fatto cambiare anche il costume, e sprezzare ogni legge di cavaliere; non so poi se in questi tre anni sia intervenuto nulla alla signora di Rimini, ma in ogni modo temo che quel che non è avvenuto avverr

Intanto anch'io andava riavendomi un giorno meglio dell'altro, e cominciava anche ad uscire un poco sul battuto del castello a riconfortarmi all'aria; e la duchessa continuando sempre a visitare i feriti, non mancava di venir a vedere anche me, e s'intratteneva in molti e diversi discorsi. Un giorno, odi questa, ella erasi appena partita, ed io, appoggiato al parapetto della loggia, stavo appunto osservandola che nella gran corte risaliva a cavallo, com'era suo costume, sento battermi sgarbatamente la spalla; mi rivolgo e vedo accanto a me un tal uomo del qual non ti ho parlato sin d'ora, ma che era venuto a Rimini sin dall'inverno per unirsi ai Francesi, del cui aiuto gli premeva moltissimo. Costui era il signore di Perugia, Giampaolo Baglione, uomo che io avrei odiato cordialmente, se fosse stato degno dell'odio mio; ma gi

Damiano lasciossi cadere su d'una panca; in quell'istante gli tornò al pensiero l'ultima volta che Stella, colla sua dolce persuasione, l'aveva con lei condotto nella casa del Signore; e parevagli che la passione dell'odio cominciasse a quietarsi un poco; raccolse l'interno vigore che ancor gli restava, diede un'affettuosa occhiata al fedele compagno, e sentendo come un bisogno di pregare, inginocchiavasi.

Uomini della tempra del Lautrec è forse impossibile trovarne ai nostri , e quando la natura ne riproduce di tali, le diverse condizioni della vita attuale li dirigono in modo da tramutarne al tutto l'indole primitiva. E oggidì sarebbe un fatto mostruoso quella costanza dell'odio per cui il Lautrec mai non perdette di vista, e mai non abbandonò le tracce dei Palavicino.

Essi non avevano più nulla a desiderare; ma Damiano nutriva nell'anima altri voti, altre speranze, altro amore. Il lungo contrasto in quegli anni sostenuto avevagli rapito per sempre il candore del desiderio, la pace della fede: dopo ch'ebbe veduta la maggioranza de' prepotenti e degl'ingannatori; dopo che, nel mondo a cui chiedeva così poco, i tristi gli ebbero versato in cuore il veleno dell'odio, d'ardito ch'egli era, si fe' torbido, insofferente; aveva voluto vivere per i suoi più cari; e fu inutilmente; sentiva bisogno d'amare; e povero e oppresso, amò i poveri e gli oppressi come lui; l'idea di far per loro il sagrificio di stesso e di quel poco che gli restava, divenne l'assidua, unica inspiratrice d'ogni sua volont

I Fiorentini la riceverono con la gioia dell'odio che si crede santificato; solo vi aggiunsero un giglietto rosso sopra la testa dell'Aquila, imperciocchè giglio rosso in campo bianco fosse la impresa dei Guelfi di Firenze, come il giglio bianco in campo rosso quella dei Ghibellini.

Il sommo pericolo! Arrenderci? Il vitupero di mia schiatta!... Guidinga udì quel nome, e nel delirio proruppe: Adalberto! tu vieni a togliermi da questo inferno! Invocava il nimico, ed io aspettavo da lei uscisse o un bambino un destinato ad ascoltare il testamento del padre, o una bambina che avesse a dare ai figli col latte il veleno dell'odio! Ringhiavano le trombe al di fuori.

E i banditi rispondevano: Requiescat in pace. Nell'anno domini... aspettate che me lo ricordi... l'anno, che il terremoto mandò a terra il campanile di Santo Andrea... potevo avere a un bel circa venti anni, in giorno di venerdì andammo in tre fratelli al bosco per tagliare legna, e per cogliere un poco di erba fu. A venti anni costa poco salire, e noi ci arrampicammo pei dirupi del monte Terminillo. La neve ne cuopre quasi sempre la cima, ed in coteste solitudini altro non si udiva che stridi, e il rombo delle aquile arrabbiate per non trovare pastura. Arrivati proprio in vetta al monte, ecco ci comparisce davanti una figura umana immobile, come se fosse scolpita nel sasso. La credemmo il Diavolo, e ci segnammo devotamente secondo la regola; ma quella ferma. Candido, il nostro maggiore, che aveva più seme in capo di una zucca, osservò, che avendo resistito al segno della santa croce diavolo non poteva essere; ed infatti diavolo non era; però poco meno. Costui, solo sopra quella cima, stava considerando giù in fondo di un precipizio tagliato a picchi sul fianco della montagna, un nido di Aquila. Noi gli si accostammo cautamente, per timore che scosso allo improvviso non pericolasse; egli ci avvertì. Io lo guardai: misericordia! che occhi maligni! Pareva proprio dipinto in viso dalla invidia col colore verdenero dell'odio. Borbottava fra i denti: «E' sono fuori di tiro, cost