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La fiammata illuminava in pieno le loro facce barbute o rase del tutto, dall'espressione dura e feroce, faceva luccicare i fregi di rame delle giberne e de' fucili, i bottoni d'acciaio dei giubboni dei pastori.

Di nuovo la Varedo fu colpita dall'espressione dolorosa della sua fisonomia. Ma che cos'ha oggi?... Altri dispiaceri in famiglia? Egli chinò il capo in silenzio. Diana, fatta un segno all'Irene, riaccompagnò lei e Bebè fino all'uscio, aggiunse alcune raccomandazioni e tornò con ansiosa sollecitudine presso Bardelli che teneva gli occhi fissi a terra per nasconder le sue lacrime.

Il conte, con un'occhiata severa, fe' segno al giovane di allontanarsi. Questi non fece che sospirare e chiamare Emilia presentandole acqua. Il conte ripetè il suo gesto, e l'accompagnò con qualche parola; Valancourt rispose con uno sguardo risentito, ricusò di abbandonare il suo posto, finchè Emilia non fosse rinvenuta, e non permise ad alcuno di avvicinarsele; ma nell'istante parve che la sua coscienza l'informasse del soggetto dell'abboccamento del conte e di Emilia: i suoi occhi si accesero di sdegno, che fu tosto represso dall'espressione d'un profondo dolore: il conte, osservandolo, fu mosso a piet

Porse la destra al giovine, che si chinò a baciarla con evidente emozione; disse sotto voce alcune parole che parvero un rimprovero a giudicare dall'espressione del volto del giovine, e con la cameriera, lasciò la spiaggia. Il signor Svarzi chiamò i marinari, salutò la signora Marri e le signorine e saltò nel cutter che si staccò e prese il largo.

Il Cabanis, come più tardi il Manzoni, tenne fede al suo programma giovanile. E, se fu caso che due uomini come il Cabanis ed il Manzoni, l'uno al tramonto, l'altro al principio della vita, s'incontrassero e si amassero, quel caso almeno non si potè dir cieco, poichè, se il temperamento dei due scrittori era diverso, non potevano incontrarsi due uomini che si somigliassero di più nel desiderio del bene. Il ritratto del Cabanis che accompagna il primo volume della edizione delle sue opere fatta nell'anno 1823 a Parigi dal Didot, ci offre la figura d'uomo pensoso e malinconico, ma benevolo e dall'espressione soave. La gioventù del Cabanis era stata molto agitata; giovinetto, egli aveva seguito, in qualit

E si mise a ridere ripetendo molte volte di seguito l'ultima parola per incitare la sorella. Vengono dalla tua montagna dissi volgendomi ad Anna. Ce n'è forse qualcuno di Montegorgo.... Gli occhi di lei avevano perduta la loro durezza di smalto, s'erano animati, rilucevano umidi e tristi. Tutto il volto appariva alterato dall'espressione d'un sentimento straordinario.

Ella non si lamentava più; mi guardava, mi ascoltava, come dimentica del suo dolore, quasi attonita, colpita forse dal suono della mia voce, dall'espressione del mio smarrimento e della mia angoscia, dal tremito delle mie dita su i suoi capelli, dalla desolata tenerezza di quel gesto inefficace.

Le mani son belle, e guai se non lo fossero, uscendo da quelle maniche così strette. Il volto è di contorno romano, ma con lineamenti raffinati, raddolciti dall'espressione moderna. Le sopracciglia son nere, diritte, segnate senza fiacchezza, ma altresì senza le esagerazioni del classicismo di seconda mano, e di sotto a quelle sopracciglia gli occhi grandi sfavillano nerissimi, circonfusi di una luce bianca azzurrognola. Nel naso profilato, nelle labbra di vermiglio pallido, sottili di forma e a mala pena incurvate sugli angoli, nel mento pieno e risentito, nella rotondezza eretta del collo, il moderno antropologo vedrebbe una grande fermezza di volont

È una stanza che serve da ripostiglio. Qui un nuovo personaggio entrò in scena; era un uomo alto, imperioso, dai capelli neri, dal viso abbronzito, dall'espressione cinica e dura. Andiamo, Pietro, non far sciocchezze. Non mi riconosci? Apri quell'uscio. Il vecchio trasalì e spalancò gli occhi; era il suo padrone, il principe d'Ostellio, che da tanto tempo non aveva visto.

E tutt'in una volta, come Rosalia di Verdara, fermandosi innanzi all'uscio, aveva fatto per abbracciarla, ella si era scostata un poco dall'amica, portando le mani alla bocca, come per soffocare il suono delle sue parole. «Ebbene... è una pazzia!.. bisogna, intendete? che tutto finisca!..» «Massimilianatentò d'interrompere la contessa, spaventata dall'espressione della giovanetta.