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Pel commerciante i prosperi e lucrosi affari sono fonti di piacere, come le fortunate speculazioni pel capitalista, un isperato raccolto per l'agricoltore, un'abbondante messe per l'affittaiuolo, ecc.

Il Vharè non era un novellino, e capì subito che il capitalista, prima di concludere, aveva voluto assumere informazioni, e che queste erano state cattive.

Vi contento subito, purchè mi lasciate parlare. Al tocco mi son mosso di qui per andare dai fratelli Teirasca, come mi avevate raccomandato di fare. La vuol finir male, dicevo tra me. Il Marsigli non sa nulla; il Montalto non ha quattrini, e que' signori mi rideranno sul muso. Ma lasciamo anche stare la trista figura che io ci farò, di capitalista corbellato; si avranno a far delle spese; bisogner

Trentamila gliele avevano date fin dai primi di luglio; in agosto gliene occorsero cinquanta; per pagar queste e quelle, un mese dopo vendeva le sue case allo Scandola.... Vostro prestanome! notò Bonaventura. Un vecchio merlo spennacchiato, che serve a tirar gli altri nella rete; rispose il Collini ridendo. Ma che importa? Peggio per lui se lo ha tolto per un capitalista.

Per tal modo chetati gli scrupoli del compratore, la cambiale passò nelle mani del capitalista, e la mercanzia fu allogata in un magazzino pigliato a bella posta in affitto dal giovine. Il confettiere vide allora la merce, e guardò in volto quei due, in aria di chiedere se avessero voluto dargli la baia.

La ricerca del capitalista, i negoziati, la sottoscrizione delle cambiali, la consegna della merce, la commedia del sensale per far parer manna ad Ariberti le mille lire, in cambio di seimila che doveva valere tutta quella roba di scarto, tirarono maledettamente in lungo il negozio. I moccoli attaccati dallo studente non furono pochi, anche perchè sul più bello si venne a conoscere (e il sensale mostrava di non vederci più lume) che met

Forse Menico e la Rosetta non avevano torto. Quelle iscrizioni concise ed espressive restarono per un pezzo a far bella mostra di sulle muraglie, ma la filosofia di coloro che v'eran presi di mira spuntò gli strali della satira, e gli abitanti del villaggio, ch'eran gente di buona pasta, non istettero molto ad amnistiare le relazioni amichevoli della Rosetta e del conte Leonardo Bollati. Anzi il conte finì coll'esser considerato un personaggio attinente alla bottega, una specie di patrono, di capitalista a cui gli avventori facevano giunger rispettosamente la manifestazione dei loro desideri e delle loro lagnanze. Se lo zucchero non era abbastanza dolce, se il caffè sapeva di paglia, se le carte da giuoco eran troppo unte, si diceva una parolina al signor conte ed egli provvedeva a far cambiare lo zucchero, il caffè e le carte da gioco; se un vetro era rotto, si diceva al signor conte ch'era una bruttura il turare il buco con un foglio di carta oliata, ed egli mandava subito pel finestraio. Con questo savio sistema Sua Eccellenza Leonardo si conciliava le grazie della Rosetta, la tolleranza di Menico e la benevolenza universale. Però c'era una difficolt

Io faccio una... cortesia a voi: voi fate una cortesia a me. Compris? No? Adesso vi spiego l'affare; sedete. Giacomo restò in piedi, sempre guardando, con tanto d'occhi, monsieur Richard. L'affare era semplicissimo. Un forte capitalista, il signor Facchinetti, era contentissimo di scontargli una cambiale per due, tremila franchi: in un altro momento anche cinque! anche dieci!