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Casos raros? esclamò accendendosi. Casi di tutti i giorni! (E qui vorrei poter riferire tale e quale il suo linguaggio rotto, concitato e infantile). Prove! Prove! Io a Marsiglia. Sono a Marsiglia. Compro cotone. Scelgo il filo, grosso così. Dico: questo numero, questo bollo, tanta quantit

Queste prime lettere non avevano bollo postale, e in una di essa era accennato come giungessero tra le mani di Paris. La notte egli andava ad appostarsi in una viottola, dietro al palazzo dov'ella dimorava; un filo pietoso scendeva colla lettera di Lilla, e per quel filo un'altra lettera di Paris saliva fino alle mani di lei. Ingegnosi trovati dell'amore! Ma un giorno Paris aveva dovuto fuggire. Le lettere dalla fine del 1833 al cominciamento del 1835 erano scarse, e recavano sulla soprascritta, insieme con un finto nome, il bollo delle regie poste. Il Montalto, giovinotto bollente, s'era legato d'amicizia con taluni più in voce di volere e di promuovere novit

Senza data. La sottoscrizione in stampa dentro del bollo regio, con il quale è solito di bollarsi solamente le lettere che si scrive alli re e principi posta abbasso nel fine della lettera, dice prima nel capo del bollo: Dio, Maometto et Alì, et poi più abbasso in mezzo del bollo dice: serenissimo Sh

Del resto desideriamo che le sue grandezze sieno sempre in aumento. Senza data. In luogo di sottoscrizione è posto a tergo della lettera il bollo regale che dice: Servo del re dei re SHÀH ABBAS. 1621, 4 febbraio, in Pregadì.

Sfido io; senza zucchero! Fu quello, dopo tutto, un senso fugace del suo palato. Un gran mutamento si operava frattanto in tutto il suo essere. Il sangue scorreva gagliardo nelle arterie; la persona si ergeva snella sul fianco; il viso era fresco e lucente; gli occhi scintillavano; i muscoli tutti brillavano, come fossero molle di acciaio. Intanto, l'ospite suo, la camera, tutti i muti testimoni della sua triste vecchiaia, erano scomparsi. Aveva diciott'anni più meno. E, scambio della chicchera (dov'era andata la chicchera?), il signor Commendatore si trovò fra le mani un pezzo di carta, coi fregi sui margini e un bollo largo tanto, in cui si diceva che il signor Niccolò Ariberti aveva superato il giorno addietro con lode la prova d'ammissione agli studi legali nella universit

L'ho aperta, ed è la lettera del più sciocco, del più noioso tra gli uomini. Ebbene? disse Aminta. Leggila egualmente. C è sempre qualche cosa da imparare, anche nella lettera d'uno sciocco. Leggerò, sicuramente, leggerò; rispose Gino, rifacendosi dalla firma al «CarissimoLa lettera, come sappiamo dal bollo postale, veniva da Lucca.

Avrebbe potuto, volendo, fare un romanzo sull'amministrazione della finanza, e ce ne sarebbero stati degli aneddoti piccanti e dei tipi gustosi! Il romanzo del registro e bollo! esclamò Nocera in tono canzonatorio. Non c'è niente da ridere rimbeccò, seccato, l'ex intendente.

Il testamento si chiudeva colle solite formule notarili, la data, le firme del testatore e dei quattro testimoni, e quella del notaio col bollo del tabellionato, tutto in perfetta regola, secondo le prescrizioni del codice civile.

Fu in una di queste tregue che venne recata una lettera col bollo di Milano. Era della cuginetta. Diceva in caratteri calligrafici alla cara Ernesta che «il cuore le consigliava di scriverle, e che scrivendo essa sapeva di compiere un dovereannunciava la cecit

La lettera di Porto Said che la Teresa aveva collocata sotto un calcafogli esalava il suo profumo di muschio. Vi occorre una prova autentica, irrecusabile ripigliò la Valdengo. Quale prova? Eccola. La Teresa mostrò la lettera a Vergalli. Egli comprese. È di lui? Da Porto Said... È arrivata questa mattina... Verificate il bollo postale. Vi ha scritto? balbettò il conte.