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Alla cuginetta Nucci, dal posto del più fiero pericolo: «Ci si trova ora tra il freddo naturale e il caldo che cercano di produrre i tedeschi, sotto forma di pillole di varia grossezza. Mi rammento qualche volta che un tempo mi lavavo, e mi guardo con malinconia le mani e gli abiti ridotti a brandelli: eppure sento di essere migliore che non allora».

Ella guardava nell'avvenire; vedeva la lunga fuga dei giorni a venire, oscuri e solitari. Nino, con gli occhi velati di pianto, contemplava quella figura curva davanti a lui; e i suoi pensieri volsero indietro e risalirono il corso degli anni. Si chinò e le prese la mano. Cuginetta mia! diss'egli. Ella gli sorrise di un sorriso triste. Poi gli domandò. A che cosa pensi? Vi fu una pausa.

Durante il pranzo Silvio rese conto delle presentazioni della cuginetta, e degli ottimi consigli che gli aveva dati sulle varie qualit

Finalmente ripose il ritratto nell'albo, cacciò la prima ballerina di rango francese sotto il monte di libri, da cui l'avea disseppellita, chiuse le finestre come le aveva trovate, ed uscì sulla punta dei piedi. La sera il dottor Agenore venne e staccò il suo sassolino. Tornò il domani, e l'altro, e l'altro. Ernesta lasciava fare. Ma un giorno le fu annunciata la visita della cuginetta.

Tutto oramai si riduceva a questo: far sapere all'amabile cuginetta che l'amplesso rudimentale, di cui ella era stata vittima, portava un altro indirizzo, che apparteneva come provento d'ufficio alla cameriera, ad Olimpia, e che era un innocente amplesso reo di questa unica colpa, di essere stato dato in salotto e non in anticamera.

Non è vero; lavora qualche volta troppo e allora non digerisce quel che mangia. Vado subito a dirgli che sei qui, aspetta un momentino... Così dicendo, quella donnina accompagnava il suo parente in salotto, gli accennava di mettersi a sedere, e via di corsa. Uscirono dal cervello del maestro tutti le amarezze della giornata incominciata per trattenere soltanto la visione gentile della cuginetta.

Il signor Leonardo era molto gentile con tutti e specialmente meco; non me ne sarei accorta, se la mia cuginetta non avesse avuto l'ingenuit

No, no, piccola amica! Io non posso farti una visita, stanotte.... Perdona, dunque la scortesia involontaria. Addio, piccola amica!... Devo portare altrove questo grosso papa in catene! Tu mi segui cogli occhi, tenendo pei fianchi la tua cuginetta che ride, ed io odo il tuo pensiero: «Oh incorreggibile monello! Non potrai mai calmarti, mio grande ragazzo?... Quale nuova pazzia vai macchinando?

Finalmente si arrischiò a spingere pian pianino uno sguardo innanzi a , facendolo strisciare sui fogli, e vide... Quello che vide, se non gli ridonò la baldanza, almeno gli fe' rialzare il capo del tutto: vide Ernesta sorridente e l'amabile cuginetta che chinava gli occhi pudibondi a terra e si faceva rossa rossa uno spettacolo da tentare un pittore d'idillii.

Peccato! mormorò; e mormorò quel peccato! in guisa, che Ernesta dovette proporsi il quesito se il danno fosse di Leonardo, di Virginia Rinucci o di tutti quanti. Ma l'amabile cuginetta non la lasciò lungamente in dubbio, e dopo aver diluviato domande su ciò che aveva detto e fatto il cieco rivedendo la luce, concluse candidamente: «peccato! se ci fossi stata, avrebbe visto anche me